È il dodicesimo suicidio dall’inizio dell’anno. Il sindacato della penitenziaria parla di «una carneficina che, in un paese che voglia dirsi civile, va immediatamente fermata». C’è l’urgenza che il governo metta in sicurezza le carceri
Nel carcere di Regina Coeli ieri sera si è tolto la vita un ragazzo di 24 anni originario del Marocco. È il dodicesimo suicidio in carcere dall’inizio dell’anno. «La media si porta così a un suicidio ogni tre giorni e mezzo, cui vanno aggiunti anche i due appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita in questo 2022», ha detto il segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio.
- Il 24enne, detenuto per rapina, si è tolto la vita inalando il gas di una bomboletta del fornello da campeggio usato per cucinare. «Quella a cui stiamo assistendo è una carneficina che, in un paese che voglia dirsi civile, va immediatamente fermata», ha denunciato De Fazio, che sottolinea: «Se si continuasse con questa media, in un anno morirebbero ben oltre cento detenuti».
- Secondo il segretario della Uilpa, il sistema carcerario è «allo sbando», «abbandonato a se stesso dalla politica». Chiede quindi che il governo metta in sicurezza le carceri, con un decreto-legge, per far fronte a questa «emergenza umanitaria», assicurare la tenuta dell’intero sistema, migliorare le infrastrutture, potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, che sono in sotto organico di 18mila unità. Anche il parlamento dovrebbe intervenire, dice De Fazio, con un «decreto legislativo per delegare una riforma complessiva dell’esecuzione penale».
- L’allarme era stato lanciato anche dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà due giorni fa. Aveva evidenziato l’urgenza di rendere «la tutela della salute psichica» una priorità e dare una risposta tempestiva «alle esigenze specifiche e alle vulnerabilità delle persone private della libertà».
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