I fatti contestati dai magistrati si riferiscono al periodo tra il 2012 e il 2018, anno della chiusura della fondazione renziana Open accusata di avere ricevuto finanziamenti illeciti dagli imprenditori nel corso della sua attività. Open ha ricevuto anche 800mila euro dal deputato Gianfranco Librandi, l’imprenditore citato, come svelato da Domani, dal ras delle tangenti lombarde
I magistrati di di Firenze hanno iscritto il leader di Italia viva, Matteo Renzi, nel registro degli indagati per sospetti finanziamenti illeciti ricevuti da Open, la fondazione che finanzia le attività politiche dell’ex premier. A riportarlo è un articolo della Verità.
Per Renzi si tratta del primo avviso di garanzia. Oltre all’ex primo cittadino di Firenze, sono indagati anche altri pezzi da novanta del partito: la capogruppo alla Camera di Italia viva, Maria Elena Boschi, anche lei al suo primo avviso di garanzia, e l’ex ministro allo Sport, Luca Lotti.
Entrambi i politici facevano erano consiglieri della fondazione. Oltre a Renzi, Lotti e Boschi, sono stati indagati anche l’ex consigliere Marco Carrai e l’ex presidente di Open, Alberto Bianchi, accusato anche di traffico di influenza.
I fatti contestati dai magistrati si riferiscono al periodo tra il 2012 e il 2018, anno della chiusura della fondazione, e accusano la fondazione di avere ricevuto finanziamenti illeciti dagli imprenditori nel corso della sua attività.
Open ha ricevuto anche 800mila euro dall’imprenditore, oggi deputato di Italia Viva, Gianfranco Librandi, che, come riportato da Domani, è stato accusato dall’ex ras di Forza Italia in Lombardia, Nino Caianello, di avergli versato una consulenza sospetta da 38mila euro per assicurarsi il suo «peso politico». Versione, questa, smentita da Librandi.
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