L’inesperienza della classe politica e dirigenziale di Fratelli d’Italia, con cui la premier Giorgia Meloni si trova periodicamente a fare i conti, è ancora più evidente nelle amministrazioni locali. Il comune di Rieti, governato dal 37enne Daniele Sinibaldi, è uno dei casi, forse, più emblematici nel Lazio. La città si trova sull’orlo del dissesto economico e con un’amministrazione finita sotto accusa per alcune spese considerate “di troppo” dalle opposizioni.

Il comune a secco

Le casse della piccola cittadina sono in sofferenza da anni, da quando nel 2013 la giunta di centrosinistra guidata da Simone Petrangeli aveva ereditato un debito di circa 100 milioni di euro. Da lì parte quindi un piano di rientro della durata di dieci anni con l’obiettivo di portare il comune fuori dallo stato di predissesto.

Nel 2018, la giunta di destra guidata da Antonio Cicchetti, con Daniele Sinibaldi vicesindaco, era convinta di uscire dal piano prima dei tempi stabiliti. Ma così non è stato e dopo una gestione non proprio attenta delle spese si è arrivati a oggi, con una nuova amministrazione che sta lavorando a un nuovo piano di rientro, dopo aver ufficialmente “bucato” il precedente. Per i reatini significa pagare tasse sempre più care a fronte di servizi carenti.

«Se non ci fosse la benedizione del Pnrr a dare visibilità con qualche intervento, tutto sarebbe totalmente immobile», dice Gabriele Bizzoca consigliere d’opposizione eletto in una lista civica. In questo scenario l’azienda dei servizi municipali del Comune (Asm), accusata di irregolarità dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, rischia il fallimento.

Spese pazze

In questo scenario disastrato, l’attuale gestione da parte Sinibaldi è finita nel mirino di una parte dei reatini, infastiditi da una serie di decisioni discutibili prese dal sindaco di FdI. Non ha mollato i suoi affari privati. Gestisce ancora locali nel centro storico della città. Tra le scelte più criticate ci sono l’aumento dell’indennità mensile del sindaco e l’assunzione di quattro persone nel suo team di comunicazione.

Sinibaldi arriva a percepire uno stipendio mensile vicino ai 10mila euro lordi, indennità economica quasi triplicata rispetto alle precedenti amministrazioni, dal 2025 interamente a carico del comune di Rieti. Il personale dello staff comunicazione è composto da persone che hanno lavorato per il suo comitato elettorale. La loro assunzione costa 500 mila euro, spesa che vale per tutto il mandato. La posizione del sindaco però, è sempre più complicata, visto che ora è sotto giudizio della Corte dei Conti insieme ad altre dieci persone per danno erariale. Nel mirino un contratto di consulenza con un legale esterno.

«Per quanto attiene alle assunzioni di staff, si tratta di art. 90, quindi contratti a termine, e di professionalità che non erano presenti all'interno dell'Ente», dice Sinibaldi a Domani. «Siamo in una fase di grande transizione a livello digitale, un settore che purtroppo vedeva il nostro Comune agli ultimi posti in Italia nelle relative classifiche, e abbiamo deciso quindi di investire temporaneamente in figure che potessero dare un impulso ai contenuti anche digitali dell'Ente, nell'ottica di migliorare quell'esperienza del cittadino che è anche uno degli obiettivi del Pnrr digitale», aggiunge. Per quanto riguarda l’aumento dell’indennità, Sinibaldi dice: «Non si tratta di una scelta della nostra amministrazione ma di una legge dello stato, peraltro varata dal governo Draghi, che riguarda tutti i comuni».

Il sostegno dei “big”

Sinibaldi è uno dei giovani più promettenti del partito di Meloni nel Lazio. Classe 1986, abile comunicatore, anche per questo si avvale di uno staff corposo. I suoi coetanei politici lo definiscono un uomo di partito. Dopo aver militato in Pdl e An, Sinibaldi ha iniziato la scalata all’interno di Fratelli d’Italia, grazie anche al sostegno di alcuni volti storici tra cui Paolo Trancassini, coordinatore regionale del partito, attuale questore della Camera. Ex sindaco della vicina Leonessa, Trancassini si è speso tanto per la campagna elettorale di Sinibaldi e continua a farsi vedere a Rieti in ogni occasione utile. Per alcuni si tratta anche di una forma di controllo nei confronti del sindaco dopo un litigio pubblico a fine 2022 che lo ha portato a separarsi da sua moglie.

In campagna elettorale si erano fatte vedere anche le donne del partito. Dalla premier Giorgia Meloni, che ha visitato il comune laziale per ben due volte nel 2022, a Chiara Colosimo, presidente della commissione parlamentare antimafia, che vanta ottimi rapporti con il sindaco. Fanno entrambi parte della Generazione Atreju che ora occupa i vertici del governo. Colosimo, il 13 giugno del 2022, festeggiava così la vittoria elettorale di Sinibaldi: «Una gioia immensa. Corona il percorso di crescita che ha fatto in questi anni. Dal movimento giovanile a primo cittadino della sua città, passando per la crescita di Fratelli d’Italia sul territorio». I veterani cercano quindi di mettere una “toppa” all’inesperienza di Sinibaldi. Ma la “vecchia guardia” può causare anche qualche imbarazzo. Alessandro Stazi, membro del coordinamento provinciale di Rieti di Fdi è balzato agli onori della cronaca in seguito all’inchiesta “Lago nero” pubblicata su La7.

Secondo il servizio, Stazi nel 2007 ha partecipato a una festa che celebrava il compleanno di Adolf Hitler e nella quale sono stati intonati cori razzisti e antisemiti. «Se non ricordo male all’epoca Stazi era consigliere comunale e, per quanto di mia conoscenza, sapevo che la vicenda si era conclusa senza condanne a suo carico», dice il sindaco. Secondo Bizzoca i due si conoscono bene: «Li lega una lunga amicizia: sono cresciuti nello stesso ambiente, la militanza politica è il fil rouge di questo rapporto. Stazi è stato anche una figura importante durante la campagna elettorale che ha portato Sinibaldi alla guida del Comune, con un ruolo di primissimo piano all’interno del suo comitato elettorale».

© Riproduzione riservata