A maggio c’erano state decine di testimonianze di molestie e sessismo ma una sola denuncia, archiviata «per l’impossibilità di identificare i molestatori». Ora l’Ana contrattacca con una serie di querele per diffamazione
L’adunata degli alpini dello scorso maggio a Rimini era stata al centro delle polemiche per le decine di testimonianze di comportamenti sessisti e molestie, diffusi soprattutto sui social e da alcune associazioni. Ora l’Ana, l’associazione nazionale degli alpini, ha deciso di contrattaccare con una serie di denunce contro chi ritiene abbia diffamato l’intero corpo.
Lo riporta l’edizione riminese del Resto del Carlino, secondo la quale «le persone querelate sono un politico, un giornalista e due soggetti che hanno offeso il corpo e l'associazione, rappresentando tutti gli alpini come ubriaconi e molestatori», come spiega Massimo Cortesi, portavoce di Ana. «Ma siamo solo all’inizio».
Gli alpini starebbero valutando anche la posizione di Non una di meno, l’associazione che aveva fatto da collettore delle testimonianze. «Ma non c’è nessuna intenzione di fare loro la guerra», spiega Cortesi a Rimini Today.
Una sola denuncia
Gli alpini hanno preferito attendere che trascorressero tre mesi dai fatti per essere sicuri che le denunce all’opinione pubblica non avessero riscontri giudiziari.
Come ricorda anche il Resto del Carlino, finora c’è stata solo una denuncia circostanziata, presentata ai carabinieri da una riminese di 26 anni. Aveva raccontato di essere stata seguita, accerchiata e strattonata da tre uomini con il cappello da alpino.
La procura di Rimini aveva aperto un’indagine, ma le immagini delle telecamere non erano bastate: l’indagine era stata archiviata «per l’impossibilità di identificare i molestatori».
Il prossimo anno l’adunata si terrà a Udine. L’intento degli Alpini è di arrivarci lasciandosi alle spalle i fatti di Rimini e le successive polemiche.
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