L’uomo della galassia fascista lombarda ha militato nell’Msi, poi in Alleanza nazionale e in Fratelli d’Italia. Non ha mai nascosto le sue simpatie per Mussolini: le sue uscite antisemite hanno suscitato polemiche nella comunità ebraica
Nelle scorse ore Fanpage ha pubblicato un’inchiesta, girata con telecamere nascoste, sul mondo dell’estrema destra milanese e sul modo spregiudicato nell’attivarsi per avere fondi di campagna elettorale senza che siano legalmente rendicontati.
Nel video Carlo Fidanza, europarlamentare e capo delegazione di Fratelli d’Italia, parla del candidato sindaco della sua coalizione Luca Bernardo, e prende in giro Paolo Berizzi, giornalista sotto scorta perché minacciato dai neonazisti.
Nella stessa serata, Fidanza e Roberto Jonghi Lavarini, che da anni influenza le nomine dei partiti istituzionali di destra, spiegano un modo per dare al partito dei soldi in nero per la campagna elettorale utilizzando delle «lavatrici».
Chi è Roberto Jonghi Lavarini
L’imprenditore Roberto Jonghi Lavarini è presidente del movimento Fare Fronte. Storico militante e dirigente della destra sociale, è soprannominato «il barone nero». Laureato in scienze politiche alla Statale di Milano, lavora per l’impresa di famiglia Istituto Ganassini di Ricerche Biochimiche Spa. Per anni si è occupato di gestione di patrimoni immobiliari, locazioni, compravendite e ristrutturazioni edili.
Lavarini è uno storico militante e dirigente della destra sociale. Per dodici anni, è stato prima consigliere e poi presidente di zona a Milano. Oggi è presidente del movimento Fare Fronte, oltre che membro della Fondazione Identità e Tradizioni Europee.
Nel 1997, suscitò polemiche il fatto che nel suo ufficio di presidente di zona 3 fosse esposta una fotografia di Benito Mussolini. Lavarini rispose pubblicamente dicendo che si trattava di un calendario storico degli anni Quaranta con una diversa fotografia d’epoca per ogni mese.
Altre polemiche lo investirono quando si scoprì che, nella sua veste di pubblico ufficiale, aveva officiato una specie di matrimonio fascista con saluti romani e citazioni mussoliniane. Fu subito sospeso dal suo partito per decisione di Gianfranco Fini e lasciò definitivamente An per passare alla Fiamma tricolore di Pino Rauti.
In un’intervista al programma tv Le Iene, Lavarini elogiò la Shoah, definendo il popolo tedesco come «preciso» e «ben organizzato». Il suo movimento Fare Fronte si è federato con il partito di Giorgia Meloni e, alle elezioni del 2018, Lavarini è stato candidato con Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, risultando non eletto.
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