Il primo ministro olandese uscente guiderà l’alleanza atlantica a partire dal 1° ottobre e per i prossimi quattro anni, sostituendo Jens Stoltenberg, rimasto alla guida negli ultimi 10 anni
La Nato ha nominato segretario generale Mark Rutte, primo ministro uscente dei Paesi Bassi. A partire dal 1° ottobre Rutte sostituirà il norvegese Jens Stoltenberg, rimasto in carica 10 anni dopo quattro proroghe del suo mandato, l’ultima iniziata nel 2023.
La carica di segretario generale della Nato prevede che il mandato duri quattro anni. Il segretario uscente Stoltenberg ha commentato la nomina del suo successore: «Penso che sia un candidato molto forte. Ha parecchia esperienza come primo ministro».
Rutte ha ricoperto il ruolo di primo ministro nei Paesi Bassi per 14 anni e dopo le elezioni di novembre è rimasto in carica fino alla formazione del nuovo governo, avvenuta a maggio 2024. Il nuovo primo ministro olandese, Dick Schoof, entrerà in carica il 2 luglio.
La carica di segretario dell’Alleanza atlantica è già stata ricoperta da tre nederlandesi: Dirk Stikker (1961-1964), Joseph Luns (1971-1984) e Jaap de Hoop Scheffer (2004-2009).
La ricerca del consenso per Rutte
È stato fatto notare che nei suoi anni da primo ministro, i Paesi Bassi non hanno mai raggiunto l’obiettivo del 2 per cento del Pil da destinare alle spese militari, fissato dalla Nato per gli Stati membri e su cui Stoltenberg aveva insistito.
Per ricoprire l’incarico era necessario il sostegno di tutti e 32 i paesi dell’Alleanza atlantica: a Rutte mancava solo l’appoggio della Romania, che è arrivato il 20 giugno. La candidatura del premier olandese uscente era arrivata lo scorso novembre, ma era stata bloccata da Bucarest perché anche il presidente romeno Klaus Iohannis ambiva alla stessa carica. Poi, il 20 giugno, ha annunciato il ritiro dalla corsa.
Martedì 18 giugno invece Rutte ha ottenuto il sostegno di Ungheria e Slovacchia, due paesi governati da partiti sovranisti, con posizioni filorusse e critiche nei confronti della Nato.
Per cercare l’appoggio dei due paesi, è dovuto scendere a patti, in particolare con il premier ungherese Viktor Orbán, l’unico a sostenere la candidature di Iohannis. Orbán si è fatto garantire da Rutte che durante il suo mandato i soldati ungheresi non parteciperanno a operazioni della Nato in Ucraina e che quindi l’Ungheria non le finanzierà nemmeno. Il presidente slovacco Peter Pellegrini, in cambio del sostegno alla sua candidatura, ha chiesto a Rutte che durante il suo mandato la Nato garantisca la protezione dello spazio aereo slovacco.
© Riproduzione riservata