- L’assemblea della Lega di Serie A del 16 dicembre ha votato all’unanimità la richiesta di concedere altro tempo per la cessione della società. I presidenti intendono salvaguardare la regolarità del campionato ma anche i diritti televisivi.
- La Figc si trova davanti a un dilemma complicatissimo: escludere la Salernitana e azzoppare il campionato o concedere la proroga scegliendo la linea della mollezza. Ne uscirà comunque male.
- Quale che sia la soluzione, il calcio italiano si giocherà comunque un altro pezzo di credibilità. Colpevole soprattutto di non avere evitato di cacciarsi in questo vicolo cieco.
La situazione è drammatica ma non seria. Il 31 dicembre si avvicina e con esso il termine ultimo fissato dalla Federcalcio per il passaggio di proprietà della Salernitana. Oltrepassata quella data, per la società granata giungerebbe l’esclusione dal campionato di Serie A.
Una prospettiva drastica, fissata la scorsa estate dalla Figc nella convinzione che il lasso concesso ai trustee fosse sufficiente per trovare acquirenti e sottrarre definitivamente la società alla situazione di conflitto d’interesse che coinvolge il presidente e patron della Lazio, Claudio Lotito. E invece quel termine non è bastato.
Fin qui niente offerte credibili, secondo i trustee. Sicché adesso la federazione guidata da Gabriele Gravina e gli altri poteri del calcio si trovano davanti a un bivio ingrato. Perché quale che sia l’opzione scelta (esclusione o proroga), la sola certezza è che per il calcio italiano sarà un disastro d’immagine, l’ennesima dimostrazione della sua impossibilità d’essere preso sul serio. Appunto.
La Lega vuole la proroga
Il tema sarà oggetto della riunione di consiglio Figc programmata per martedì 21 dicembre. Ma intanto la Lega di Serie A, nella giornata di giovedì 16, ha messo una forte pressione sulla decisione che la federazione potrebbe prendere. I presidenti che compongono la cosiddetta “Confindustria del calcio italiano” hanno mandato a dire tramite il loro presidente, Paolo Dal Pino, che preferirebbero la concessione di una proroga per la società granata.
Darle più tempo per favorire il passaggio di proprietà e, di fatto, garantire alla Salernitana di arrivare al termine del campionato. Fanno sapere che è nell’interesse della regolarità del campionato. E poi loro “amano lo sport” e dunque in un impeto di fair play vorrebbero che la stagione si concludesse con lo stesso organico di squadre allineato ai nastri di partenza.
Tale proposta è stata approvata da 18 dei 20 rappresentanti di club presenti in assemblea. Gli altri due, astenuti, sono Lotito e il rappresentante della Salernitana. Ma al di là delle versioni ufficiali e dell’attenzione all’integrità del torneo, sono altri i motivi che spingono le società a proporre un compromesso al ribasso.
Tanto più che la regolarità del campionato era già compromessa dall’inizio della stagione, con la presenza di una società a rischio esclusione e obbligata al passaggio di proprietà. Del resto, venne spacciata per regolare la stagione 2014-15, quando il Parma venne tenuto artificialmente in vita fino al termine del torneo. Dunque non sarebbe un problema portare fino in fondo una squadra priva di proprietà e quasi rassegnata alla Serie B.
Le vere ragioni della solidarietà per la Salernitana sono altre. Per esempio, il rischio di andare incontro a richieste di ridiscussione del contratto televisivo, poiché chi ha comprato i diritti sulla Serie A lo ha fatto su un pacchetto di partite da 20 squadre ma se ne vedrebbe sfilare una insieme a tutte le sue partite. E poi c’è l’inconfessabile voglia di compiere l’ennesimo strappo alle regole. Quanto più si agisce in deroga, tanto più sarà possibile che al prossimo giro la deroga vada a beneficio di qualcun altro.
La federazione nel vicolo cieco
A ogni modo, nel suo minuscolo cabotaggio, la mossa della Lega di Serie A mette in forte imbarazzo la Figc. E magari anche questo era fra gli effetti desiderati. Resta il fatto che adesso la federazione si trova nelle scomoda posizione di fare comunque una scelta dalle conseguenze devastanti.
Potrebbe infatti mantenere fede a quanto stabilito in estate e escludere la Salernitana dal campionato. E l’effetto sarebbe micidiale per l’immagine del calcio italiano, che mostrerebbe al resto del mondo lo spettacolo di un campionato reso monco di una squadra a metà del cammino.
Ma al contrario la Figc potrebbe contraddire le proprie intenzioni e concedere alla Salernitana la deroga chiesta dai presidenti di Serie A. E in tal caso il messaggio sarebbe anche peggiore, perché la linea della fermezza si convertirebbe in una linea della mollezza, con pesante perdita di legittimazione.
Rimane sullo sfondo l’interrogativo originario: non si poteva proprio evitare di giungere a questo punto? In fondo, tutto quanto è nato da un compromesso. E di compromesso in compromesso si continua a navigare a vista. Col cinico retropensiero che forse ormai si è radicato in ciascuno degli attori in campo: con la (molto probabile) retrocessione della Salernitana, il problema si risolverebbe da sé. Nell’inazione generale ma senza che qualcuno si assuma l’incombenza di fare il lavoro sporco. Basta lasciare fare al campo. Vuoi vedere che anche in federazione salterà fuori gente che “ama lo sport”?
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