Durante il Festival commentano tutti: per Meloni «Viva Zalone», per Salvini «Zalone numero 1», mentre la Lega attacca gli artisti. Orfini (Pd) apprezza la lettura comunista della Rappresentante di lista, Nobili paragona Italia viva ai Maneskin
La destra, provata dalle trame quirinalizie andate male, ha ritrovato la sua compattezza nell’appoggio ai comici di Sanremo. Quando arriva il festival travolge tutto, e mentre aspettano la cerimonia di nomina di Sergio Mattarella e litigano sulla gestione della pandemia, leader e parlamentari hanno trovato comunque il tempo per dichiarare sui social il loro posizionamento in tema Ariston.
La sinistra difende le presunte sfumature comuniste di alcuni artisti, e anche il mondo cattolico si fa avanti. L’Osservatore Romano ha minimizzato l’autobattesimo di Achille Lauro mentre il cardinal Gianfranco Ravasi – presenza social di ogni anno – ha fatto sapere di essere stato preparato a Sanremo da papa Francesco in persona.
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Meloni e Salvini
Il leader Matteo Salvini tra consiglio federale della Lega e cerimonia per il presidente della Repubblica si fa sentire a cadenza giornaliera. Martedì, prima della prima serata, è stata la volta delle critiche a Ornella Muti e alla legalizzazione della cannabis, mercoledì la polemica invece si è spostata sui «saluti comunisti e “battesimi” a petto nudo».
Oggetto dell’attacco un fermo immagine che ritraeva il duo La rappresentante di Lista con il pugno sinistro alzato. Ed è lì però che è partito l’elogio: «L’unica certezza è lui: unico, semplice, inimitabile Fiorello». Il comico si è esibito durante la prima serata.
La Lega ha deciso poi di presentare un’interrogazione all’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, in commissione di vigilanza.
Mercoledì è arrivato sul palco dell’Ariston Checco Zalone, secondo comico al fianco di Amadeus, e giovedì Salvini si è fatto di nuovo avanti: «Checco Zalone numero 1 assoluto».
Zalone ha portato in scena tre monologhi: sulla transfobia, contro i virologi e sui rapper. Nel primo e nel secondo caso l’esito non è stato proprio chiaro, e l’ironia ha portato a interpretazioni opposte.
A quel punto è scesa in campo anche Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia, per difenderlo a mezzo social: chi trova da ridire per lei è un fanatico del politicamente corretto. E quindi: «Viva Zalone»
Il Pd e gli Indie
Il Partito democratico vede in prima linea Matteo Orfini, appassionato di musica Indie. Oltre a stilare la sua classifica su Instagram introdotta da «care compagne, cari compagni» mettendo sul podio Giovanni Truppi, la Rappresentante di Lista (Lrdl) e Dargen D’Amico – praticamente i cantanti scelti dalla pagina di meme Hipster Democratici per giocare al gioco online Fantasanremo – ha difeso Lrdl dagli attacchi di Salvini per il presunto gesto comunista: «Però giuro che hanno anche dei difetti».
Italia viva
Anche i renziani con la loro novità on air Radio Leopolda seguono passo passo le serate Rai. Anche se l’accostamento di Luciano Nobili del suo partito ai Maneskin, ad alcuni è sembrato un po’ troppo ardito.
La chiesa
Anche la chiesa è intervenuta sull’evento nazional popolare. Dopo la critiche ad Achille Lauro per la scelta di inscenare un autobattesimo al termine della sua esibizione, l’Osservatore Romano ha mostrato una linea più morbida di quella di Salvini: «Niente di nuovo. Non ci sono più i trasgressori di una volta».
Il cardinal Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la cultura, twitta tutti i giorni, e prima che cominciasse il festival ha mostrato sui social i doni musicali ricevuti da papa Francesco.
Il suo appoggio va a Massimo Ranieri con Di là dal mare, una canzone sull’emigrazione.
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