«Lo scanno… lo scanno a Franco Alfieri… lo scanno lo scanno… lo scanno. Lo porto dietro ad una macchina… lo attacco dietro una macchina…». Oggi Roberto Squecco, già gravato da numerosi precedenti giudiziari per reati di criminalità organizzata, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Salerno su richiesta della Dda campana. Intercettato al telefono, è furioso nei confronti dell’ormai ex sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri per l’appunto, eletto col Partito democratico e sospeso a causa dell’arresto dello scorso ottobre nell’ambito di una indagine su appalti truccati.

Come Squecco, anche Alfieri, ex collaboratore del governatore Vincenzo De Luca e per cui i pm hanno chiesto e ottenuto i domiciliari, è coinvolto in questa nuova inchiesta dove le accuse sono a vario titolo di scambio elettorale politico-mafioso, tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione, porto e cessione di armi da guerra e comuni da sparo e favoreggiamento personale.

Ma torniamo all’intercettazione. Squecco, si legge nelle carte giudiziarie, vorrebbe realizzare azioni intimidatorie nei confronti del primo cittadino che avrebbe tradito un’importante promessa, quella legata ad evitare «la dismissione di una struttura recettiva conseguente alla revoca della concessione demaniale marittima disposta dalla precedente amministrazione comunale». In altre parole c’è il lido Kennedy, riconducibile a Squecco, al centro della “promessa”.

Così, in cambio «del mantenimento del Lido Kennedy, all'epoca già attinto da provvedimenti ablatori e nella disponibilità di Roberto Squecco, anche tramite prestanome – si legge nelle 150 pagine di ordinanza –, si procedeva alla raccolta di voti in favore del politico in occasione delle competizioni elettorali amministrative del Comune di Capaccio del 2019».

«L’HO FATTO ELEGGERE»

«Io a questo signore io l'ho fatto eleggere – dice Squecco registrato dagli inquirenti – Io l'ho portato qua. Aveva fallito ad Agropoli. Io l'ho preso da là e l'ho portato qua».

Le cose però cambiano in fretta. A causa di eventi atmosferici il Lido Kennedy deve essere rimosso con decisione dell’amministrazione comunale: Squecco si sente tradito da Alfieri e così dà vita ai suoi propositi criminali. «Lo devo uccidere, devo andare in galera ma lo devo uccidere», dice Squecco. E ancora, riferendosi a un ordigno, chiosa: «Io sono più contento con un segnale che neanche a picchiarlo. Oppure andiamogli a mettere un casatiello. Mettiamogli un casatiello. Ti faccio vedere che combino là a terra».

Nell’inchiesta della Dda di Salerno sono indagate altre otto persone. Tra queste c’è la moglie di Squecco, Stefania Nobili, ai domiciliari. È Nobili, in base a quanto emergere dagli atti, a giocare un ruolo importante nella candidatura di Alfieri. «In particolare, Squecco, dopo avere ribadito di essere stato l'artefice della candidatura di Alfieri alle ultime elezioni comunali, raccontava che questi, nell'accogliere la sua proposta, poneva quale condizione la costituzione di una lista elettorale nell'ambito della quale fosse candidata anche sua moglie, Stefania Nobili (effettivamente candidata, in occasione delle competizioni elettorali amministrative del 2019 del Comune di Capaccio Paestum, nella lista civica denominata "Democrazia Capaccese con Franco Alfieri Sindaco" ed eletta consigliere comunale); condizione percepita da Squecco come una forma di "garanzia elettorale" pretesa e ottenuta dall'Alfieri per evitare che potesse decidere di sostenere un altro candidato», è quanto si legge nell’ordinanza.

«Mi ha obbligato…. perché lui dice "se ho otto liste mi candido, se ne ho sette non mi candido". Lui aveva sette liste, mi ha obbligato di fargli una lista di sedici candidati con l'obbligo, per tenermi più stretto, perché dice "questo Roberto mi fotte"... Dice "devi mettere tua moglie candidata”».

Circostanza confermata dalla stessa Nobili in sede di interrogatorio: «Voglio specificare che il sindaco aveva come una scaramanzia di voler competere alle consultazioni sempre con otto liste. Fu Franco Alfieri a decidere in quale lista dovesse candidarmi quando mi incontrai con lui per dirgli che avevo deciso che volevo partecipare alle tornate elettorali. Questo accadde nel marzo, aprile del 2019».

INTERESSI ELETTORALI

Dopodiché la rimozione del lido Kennedy («anche in tal caso l’effettiva esecuzione delle opere di rimozione parziale della struttura venivano effettuate a spese del Comune»). Rimozione che, insieme al fatto «di non avere ottenuto alcun riconoscimento dal politico, nonostante il sostegno ricevuto», rappresenta il fattore principale del risentimento di Squecco, caratterizzato, si legge negli atti, da «una personalità criminale del tutto allarmante e una preoccupante propensione alla commissione di condotte intimidatorie realizzate contando sulla sua appartenenza a contesti legati alla criminalità organizzata di tipo camorristico».

Da parte sua Francesco Alfieri dimostra «una preoccupante propensione e disponibilità a realizzare i propri interessi elettorali anche avvalendosi dell'apporto di ambienti criminali di elevato spessore». È questo il quadro delineato dai giudici, già definito dagli avversari politici «allarmante e scandaloso».

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