La Conferenza dei Rettori (Crui) ha bocciato il decreto a cui ha lavorato la ministra dell’Università Anna Maria Bernini, che disciplina tra le varie cose anche le linee guida per gli atenei telematici. Tra le principali critiche c’è la mancata definizione del ruolo e delle attività del tutor e l’assenza di obblighi per le attività sincrone nelle diverse fasi formative. La Crui critica anche le deroghe che verrebbero concesse agli atenei telematici, dallo svolgimento delle lezioni in modalità asincrona (video preregistrati) agli esami condotti non in presenza, perché secondo loro andrebbe a deteriorare la qualità didattica.

Critiche anche dal mondo delle università telematiche e digitali italiane rappresentate in gran parte dall’associazione United. «Ribadiamo, come già espresso poche settimane fa, che il decreto sulla didattica a distanza - pur rappresentando un positivo esempio di dialogo del Ministro con tutti gli attori del sistema, università tradizionali e telematiche - non tiene adeguatamente conto delle peculiarità della didattica digitale, per cui potrebbe comprometterne alcuni aspetti fondamentali», ha detto Paolo Miccoli, presidente di United.

Secondo l’associazione l’obbligo di svolgere gli esami di profitto in presenza rappresenta un’occasione persa rispetto ai progressi tecnologici e imporre l’attività didattica in forma sincrona, è una forzatura che taglia fuori tanti studenti impossibilitati a seguire le lezioni in maniera flessibile.

Infine, ulteriori perplessità emergono dal divieto per le università telematiche di richiedere l’accreditamento di ulteriori corsi di studio in caso di piani di raggiungimento per oltre un terzo dei corsi di studio già accreditati. «Questo vincolo appare una misura restrittiva che non tiene conto della regolarità con cui l’ateneo sta già adempiendo ai piani esistenti e non favorisce le prospettive di sviluppo della didattica digitale», aggiunge Miccoli.

La difesa della ministra Bernini

Dura la replica della ministra Bernini. «Prendo atto della decisione, dal momento che sia le università telematiche sia la Crui non sono d’accordo su questo testo riteniamo di aver fatto un buon lavoro», ha detto dopo le bocciature. «Noi non trattiamo con le università telematiche, noi trattiamo della qualità che deve essere alta della formazione a distanza e questo deve valere sia per le università in presenza sia per le università telematiche: se nessuna delle due è completamente contenta vuol dire che siamo sulla buona strada». 

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