Rimesso alla Corte europea il giudizio sui blocchi di Sea-Watch 3 e Sea-Watch 4. L’ong: «Ribadiamo l’immediata necessità di liberare le nostre navi. Mentre siamo bloccati in porto, le persone muoiono in mare senza alternativa di salvezza»
Il Tar di Palermo ha disposto ieri la rimessione alla Corte di giustizia dell’Unione europea dei ricorsi presentati da Sea Watch contro i fermi amministrativi che hanno colpito le navi della Ong tedesca, Sea-Watch 3 e Sea-Watch 4. Il tribunale amministrativo della Sicilia chiede così alla corte di fare chiarezza sui dubbi sollevati dalla Ong riguardo l’interpretazione delle leggi europee e internazionali, in particolare sulla legittimità dell’applicazione da parte dell’Italia alle navi della direttiva europea che disciplina il controllo dello stato d’approdo. Il giudizio del Tar, dunque, rimane sospeso fino al 26 gennaio, in attesa di conoscere se la Corte di giustizia europea applicherà o meno il procedimento accelerato.
«Esprimiamo soddisfazione per questo riconoscimento di una dimensione europea della questione da noi sollevata e per il fatto che i dubbi sulla legittimità delle ispezioni che hanno portato ai fermi delle nostre navi siano stati estesi a tutti gli assetti umanitari operanti nel Mediterraneo», ha scritto in una nota Sea Watch. «Speriamo che un chiarimento da parte della Corte europea di giustizia possa finalmente porre fine alla pratica illegittima dei fermi amministrativi usati dalle autorità italiane per bloccare le navi Ong», si legge ancora.
Sea Watch, inoltre, ha sollecitato il Tar a esprimersi sulla richiesta di sospensione cautelare dei provvedimenti di fermo che impediscono alle nostre navi di tornare in mare a salvare vite. «Mentre noi siamo costretti a restare fermi in attesa di una decisione – ha detto Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch – le autorità non forniscono alcuna alternativa alla nostra assenza, lasciando che il Mediterraneo rimanga praticamente privo di assetti di ricerca e soccorso e che le persone continuino a morire».
Secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, quasi 300 persone sono morte o considerate disperse sulla rotta libica del Mediterraneo centrale, da settembre, periodo in cui la Sea-Watch 4 è stata bloccata. La nave Sea-Watch 3 è bloccata, in fermo amministrativo, a Palermo. La Sea-Watch 4, invece, è al porto di Burriana, in Spagna.
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