Con 12 voti a sfavore e 7 astenuti la Giunta ha negato l’autorizzazione a procedere con gli arresti domiciliari nei confronti di Luigi Cesaro. Il senatore di Forza Italia è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa per alcuni suoi presunti rapporti con il clan Puca di Sant’Antimo
La Giunta delle immunità parlamentari del Senato ha negato gli arresti domiciliari nei confronti dell’onorevole Luigi Cesaro, richiesti dal tribunale di Napoli.
Dodici membri della Giunta hanno votato contro la richiesta mentre sette si sono astenuti. Lo scorso maggio Palazzo Madama ha negato l’autorizzazione a usare parte delle intercettazioni raccolte dagli inquirenti sul caso.
L’inchiesta
Nello specifico, Cesaro è indagato, insieme ad altri suoi fratelli, per concorso esterno in associazione mafiosa. La richiesta dei domiciliari è stata formulata dal giudice per le indagini preliminari di Napoli lo scorso settembre per aver «fornito un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo alla conservazione all’operatività e al rafforzamento dell’associazione camorristica denominata clan Puca».
Gli inquirenti contestano a Cesaro di essere l’interlocutore con alcuni membri del clan nei «rapporti con la politica locale», concordando con loro «in occasione delle varie competizione elettorali tenutesi a Sant’Antimo dal 2007 in poi, la formazione delle liste dei candidati alle cariche elettive, turbando il regolare svolgimento delle competizioni elettorali de equo finanziando in tutto o in parte le attività illecite di compravendita di voti, favorendo l’attribuzione degli incarichi di governo della città di Sant’Antimo a soggetti prescelti dal clan».
Cesaro ha sempre negato le accuse. Ora aspetterà all’Aula decidere se procedere con i domiciliari o meno.
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