- La sentenza spartiacque riguarda proprio lui, Evgeny Prigozhin, l'oligarca in mimetica che sabato mattina ha lanciato il redde rationem nei confronti di Vladimir Putin. Tema: i parenti di una persona sanzionata vanno inseriti nella blacklist?
- Il Consiglio dell'Unione europea aveva infilato nella lista nera anche Violetta Prighozina, madre del capo della Wagner, ma lo scorso marzo la Corte di giustizia dell'Ue ha annullato la decisione.
- Nonostante sia tra i sanzionati dell'Ue, la ex moglie di Peskov può ancora oggi tranquillamente beneficiare di un lussuoso appartamento a Parigi acquistato pochi anni fa insieme alla figlia.
La sentenza spartiacque riguarda proprio lui, Evgeny Prigožin, l'oligarca in mimetica che sabato mattina ha lanciato il redde rationem nei confronti di Vladimir Putin. Tema: i parenti di una persona sanzionata vanno inseriti nella blacklist?
Il Consiglio dell'Unione europea aveva infilato nella lista nera anche Violetta Prighozina, madre del capo della Wagner, ma lo scorso marzo la Corte di giustizia dell'Ue ha annullato la decisione. Secondo i giudici il legame parentale non basta: per punire Violetta sarebbe stato necessario dimostrare il suo coinvolgimento negli affari del figlio, oppure l'ausilio fornitogli per aggirare le sanzioni.
Non è chiaro se la signora Prigozhina abbia delle proprietà in Europa e questa sentenza l'abbia aiutata a mantenerne la gestione, ma di certo esistono diversi casi del genere. Come quello di un altro pezzo grosso del potere russo, che di Prigozhin è però attualmente un nemico. Si tratta dello storico portavoce di Putin, Dmitry Peskov.
L’ex moglie
Nonostante sia tra i sanzionati dell'Ue, la ex moglie di Peskov può ancora oggi tranquillamente beneficiare di un lussuoso appartamento a Parigi acquistato pochi anni fa insieme alla figlia.
Quella sui Peskov è una delle varie notizie frutto dell'inchiesta RussianEscape, realizzata da Domani, Mediapart (Francia) e InfoLibre (Spagna) con il coordinamento della ong tedesca Civil Forum for Asset Recovery (Cifar) e il media network European Investigation Collaborations (Eic). Pilastro della propaganda del regime russo, sottoposto a sanzioni dall'Ue il 28 febbraio 2022, Peskov ha definito la guerra in Ucraina un'operazione di «denazificazione» negando anche il massacro di Boucha (dove sono state scoperte fosse comuni dopo il ritiro delle truppe russe). Nel 2016 sua figlia Elizaveta e l'ex moglie, Ekaterina Solotsinskaya, hanno acquistato un appartamento di 180 metri quadri a Parigi.
La figlia allora aveva appena compiuto 18 anni e l'ex moglie risultava ufficialmente disoccupata. L'immobile è stato pagato la bellezza di 1,77 milioni di euro: 477.000 prestati da una banca pubblica russa, 1,3 milioni versati in contanti. Come ha scoperto Mediapart, l'8 marzo 2022, solo otto giorni dopo l'inserimento di Peskov nella lista Ue dei sanzionati, la figlia ha venduto alla madre, per soli 250 euro, il 25 per cento che deteneva nella Sirius, società a cui è intestato l'appartamento. Il trasferimento è avvenuto due mesi prima che la figlia di Peskov fosse a sua volta sottoposta a sanzioni europee.
Una scelta rivelatasi lungimirante. L’ex moglie del portavoce di Putin è infatti l'unica del trio familiare a non essere finita nella blacklist. Risultato? La casa ad oggi non compare nell'elenco dei beni congelati dal governo francese. E non è l'unico caso del genere: vicende simili, abbiamo scoperto, riguardano anche una villa in Costa Azzurra controllata dai familiari dell’oligarca Evgeny Zubitskiy.
«Oggi, in Europa, i parenti delle persone sanzionate possono ancora fungere da veicolo attraverso cui evitare il congelamento dei beni. L’Ue non ha ancora risolto questo problema», sottolinea Clara Portela, professoressa di scienze politiche all'Università di Valencia, in Spagna.
La tesi è condivisa da Repo, la task force creata dagli Stati dell'Ue e del G7, secondo cui i Paesi membri finora hanno congelato beni per oltre 58 miliardi di dollari: l'uso di «familiari e stretti collaboratori» è uno dei principali mezzi per eludere le sanzioni, ha scritto Repo in un comunicato di a marzo. L'altro grande problema è la scarsa trasparenza. Finora l'Ue non ha mai reso nota la lista dei beni congelati: ad essere pubblici sono solamente i nomi dei soggetti sanzionati e il valore totale dei congelamenti, pari a 21,5 miliardi di euro. Per questo Domani, Info Libre e Mediapart negli ultimi mesi hanno indagato sul tema, scoprendo quali sono molti di questi beni e individuando diversi casi controversi. Anche in Italia, come racconteremo nei prossimi giorni.
Sulla pubblicazione della lista, ogni Paese europeo continua a fare un po' come vuole. La Francia, ad esempio, fornisce un elenco parziale delle società e delle proprietà immobiliari congelate, il cui valore è pari a 1,3 miliardi di euro, mentre Italia e Spagna non rendono disponibili queste informazioni. «Per aiutare ad attuare correttamente gli ordini di congelamento, da tempo molti attori del settore privato chiedono la pubblicazione di questi elenchi», dice Edouard Gergondet, avvocato dell'ufficio parigino di Hughes Hubbard, specializzato sul tema delle sanzioni. Nonostante l'assenza di documenti pubblici, grazie a fonti confidenziali Domani e Info Libre sono riusciti a ricostruire la lista dei congelamenti nei rispettivi Paesi. In Spagna il valore ammonta a 1 miliardo di euro, tra cui cinque yacht dal costo complessivo stimato in 855,33 milioni di euro. In Italia, come si può leggere nell'articolo a fianco, sono stati messi sigilli a beni per oltre 2 miliardi di euro.
Questo articolo fa parte del progetto investigativo #RussianEscape, realizzato con il supporto di IJ4EU
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