Sono 13 i rinviati a giudizio nell’inchiesta sul progetto dello stadio della Roma: il tesoriere della Lega Centemero, l’ex tesoriere del Pd Bonifazi e l’ex presidente dell’assembla capitolina De Vito avrebbero ricevuto soldi dall’imprenditore Luca Parnasi
La gup Annalisa Marzano ha mandato a processo il deputato e tesoriere della Lega Giulio Centemero, l’ex tesoriere del Pd Francesco Bonifazi (ora senatore di Italia viva) e l’ex presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito, espulso dal M5s e passato a Forza Italia.
Tre uomini di peso che figurano tra i tredici rinviati a giudizio nell’ambito del filone sul finanziamento illecito legato all’inchiesta sullo stadio della Roma. A processo andrà anche il costruttore Luca Parnasi, accusato di aver finanziato la politica in cambio di agevolazioni per gli appalti pubblici.
Finanziamenti alla politica
L’indagine è legata ai presunti contributi illeciti ai partiti da parte della società Pentapigna dell’imprenditore Parnasi. Centemero è accusato di finanziamento illecito. Nella lente degli inquirenti ci sono 250mila euro erogati tra il 2015 e il 2016 in due tranche all’associazione Più Voci, presieduta dal deputato leghista.
A Centemero, Parnasi e al fiscalista Andrea Manzoni la procura contesta anche il reato di autoriciclaggio per i soldi trasferiti a Radio Padania. Per Bonifazi, invece, l’accusa è di finanziamento illecito ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
In questo caso i magistrati contestano 150mila euro ricevuti dalla fondazione Eyu, presieduta dallo stesso Bonifazi all’epoca dei fatti. La prima udienza è fissata per il 21 dicembre davanti all’ottava sezione. Nel procedimento si sono costituiti parti civili, tra gli altri, il Campidoglio e la regione Lazio.
Il progetto dello stadio
Il progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle risale a più di sette anni fa, quando la squadra giallorossa era di proprietà dell’imprenditore americano James Pallotta.
Una prima accelerazione per la realizzazione dell’opera avvenne nel 2013, dopo l’elezione di Ignazio Marino a sindaco di Roma. Con l’insediamento di Virginia Raggi al Campidoglio, il progetto complessivo subì una riduzione del 40 per cento delle cubature, tradotto in una diminuzione anche nelle opere pubbliche da realizzare nel quartiere periferico della città. Il progetto, in totale prevedeva un investimento di oltre 143 milioni.
Ma il 18 giugno 2018 l’indagine sulle irregolarità intorno allo stadio da realizzare portarono a una raffica di arresti e avvisi di garanzia. Fu coinvolta anche l’allora sindaca del movimento Cinque stelle Virginia Raggi, poi risultata estranea ai fatti.
© Riproduzione riservata