- Uno scoop che ha fatto il giro del mondo si è trasformato in un boomerang, di più in un vero e proprio terremoto che ha portato alla chiusura della trasmissione domenicale di La7, ‘Non è l’arena’, condotta da Massimo Giletti.
- Lo scoop è l’intervista realizzata a Salvatore Baiardo, pregiudicato per favoreggiamento agli stragisti Graviano, che anticipava di qualche mese l’arresto di Matteo Messina Denaro, il boss latitante da 30 anni, ammanettato nel gennaio scorso dai carabinieri del Ros e dalla procura di Palermo.
- Da allora Baiardo, che per la prima volta aveva parlato mesi fa a Report, è stato diverse volte ospite nelle trasmissioni di Massimo Giletti. I compensi sono stati regolarmente fatturati, fanno sapere dalla produzione del programma.
Uno scoop che si è trasformato in un boomerang. Anzi, in un vero e proprio terremoto che ha portato alla chiusura improvvisa della trasmissione domenicale di La7, “Non è l’arena”, condotta da Massimo Giletti. Dalla direzione della rete sostengono che si è trattato di una normale scelta televisiva, nulla di più. Ma modi e tempi non hanno precedenti nella storia recente dei talk politici, e dunque le motivazioni forse vanno cercate anche altrove.
In particolare in alcune interviste fatte da Giletti a Salvatore Baiardo, un pregiudicato condannato per favoreggiamento (negli anni novanta) agli stragisti della mafia, i fratelli Graviano. Baiardo alla fine del 2022 ai microfoni del giornalista aveva “predetto” l’arresto di Matteo Messina Denaro, il boss latitante da 30 anni, fermato nel gennaio scorso dai carabinieri del Ros e dalla procura di Palermo. Da allora Baiardo è stato ospite di Giletti più volte. Una presenza che sarebbe stata pagata, tanto che alcune fonti ipotizzano di un gettone di circa 30mila euro. Baiardo a Domani conferma i pagamenti, ma non la cifra: «Mi hanno pagato alcuni gettoni di presenza, ma tutto è stato fatturato, è tutto regolare, nessun pagamento è avvenuto in nero. I miei rapporti con Giletti si sono incrinati per altre questioni», racconta. Dalla produzione del programma fanno sapere che ci sono stati regolari contratti, confermano i pagamenti. Al tempo Baiardo non era indagato e risultava anche testimone in importanti indagini, come quella di Firenze sui mandanti esterni alle stragi.
Il siluramento
La comunicazione stringata e generica del siluramento è arrivata a metà mattinata dall’ufficio stampa dell’emittente di Urbano Cairo. «La7 ha deciso di sospendere la produzione del programma “Non è l'Arena” che da domenica prossima non sarà in onda». Lo rende noto la stessa emittente, che «ringrazia Massimo Giletti per il lavoro svolto in questi sei anni con passione e dedizione. Giletti rimane a disposizione dell’azienda». Una comunicazione imprevista anche per lo stesso conduttore che stava preparando un’altra puntata sulle mafie. Cosa è successo? Quello che è certo, al netto di tutte le voci circolate, è che allo stop ha contribuito anche una verifica delicatissima della procura antimafia di Firenze, il pool guidato dal magistrato Luca Tescaroli, e affidata alla direzione investigativa antimafia. Il magistrato e gli investigatori della Dia, è fatto noto, sono impegnati nell’indagine sulle stragi di mafia del 1993 in cui sono indagati Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri.
Parla Baiardo
Nei giorni scorsi Baiardo è stato di nuovo sentito a Palermo dai pm fiorentini. L’amico degli stragisti ne parla sul social TikTok in un video diffuso poche ore prima dell’inaspettata e clamorosa chiusura del programma. Contattato da Domani esordisce così: «Sono Salvatore Baiardo, ora vi racconto tutto». Poi spiega: «Non andrò più a La7, ma sto scrivendo un libro perché ho scoperto cose assurde». Baiardo è figura complessa, già in passato ha mostrato di saper mescolare il vero al sentito dire, verità a bugie. «Lunedì scorso sono stato ascoltato dalla procura dal dottor Tescaroli, e mi ha riferito che Giletti ha detto che gli avrei mostrato delle fotografie che ritraggono Berlusconi con Graviano e il generale Delfino. Non è vero, è falso, non gli ho mai fatto vedere queste foto. Loro dicevano “Giletti le ha viste, Giletti le ha viste”, ma non è vero. Io sono stato anche perquisito, ma non hanno trovato niente», dice Baiardo.
È certo che Giletti - sotto scorta perché minacciato dai fratelli Graviano - ha riferito quanto di sua conoscenza, qualche mese fa, in un colloquio con i magistrati. Baiardo aggiunge a Domani anche un altro elemento (senza riscontro ad ora) che avrebbe verbalizzato e riferito al pubblico ministero Tescaroli. «Prima delle trasmissioni con Giletti c’era sempre un colloquio nel quale si parlava degli argomenti da affrontare. Durante la pausa di tre minuti in mezzo alla trasmissione è arrivato con un pezzo di carta con scritto “Dici in trasmissione che sono minacciato”, e io come un cretino ho detto quelle cose che lui era minacciato a 360 gradi», dice. Baiardo sostiene che il tutto sia avvenuto all’esterno dello studio dove si registra la trasmissione. Il conduttore sarebbe uscito di corsa, avrebbe mostrato il biglietto a Baiardo e poi sarebbe tornato indietro per riprendere la conduzione. Il tutto in pochi minuti di pausa e con nessun testimone.
L’unica cosa riscontrata in questa storia sono i pagamenti avvenuti e fatturati. Dallo scoop al terremoto, in mezzo c’è sempre lui, Baiardo, l’uomo dalle molteplici vite: gelataio, favoreggiatore, super testimone ed ex ospite del conduttore silurato.
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