Sono quattro gli imputati nel processo, tutti legati all’estrema destra e ai servizi segreti. Nello stesso procedimento è stato indagato Licio Gelli per aver finanziato l’attentato
- L’udienza preliminare per il processo sui mandanti della strage di Bologna è stata fissata il 27 novembre.
- Tra gli imputati ci sono membri dei servizi segreti e del terrorismo nero.
- La strage, avvenuta il 2 agosto 1980, ha causato 85 morti e 200 feriti.
Si aprirà il 27 novembre il processo contro i mandanti della strage di Bologna del 2 agosto 1980.
Il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Bologna, Alberto Gamberini, ha fissato fine novembre l’udienza preliminare del processo. Gli imputati sono quattro. Si tratta di Paolo Bellini, ex membro dell’organizzazione neofascista Avanguardia nazionale, accusato di concorso in strage; dell’ex generale del Sisde Quintino Spella e dell’ex carabiniere Piergiorgio Segatel entrambi accusati di depistaggio; Domenico Catracchia, amministratore di condominio di immobili in via Gradoli a Roma, imputato per aver fornito false informazioni al pubblico ministero nell’ambito del processo.
La storia
La strage di Bologna ha causato 85 vittime e 200 feriti. Il più grave attentato della storia d’Italia. Chi c’era dietro quell’esplosione che ha squarciato la sala di aspetto della stazione del capoluogo emiliano? Il processo in atto sta ricostruendo le responsabilità ai massimi livelli. Sta cercando di svelare l’identità dei mandanti di una delle pagine più nere del paese, portando alla luce la commistione fra terrorismo eversivo di destra, massoneria e servizi segreti deviati.
I processi arrivati in Cassazione sugli esecutori materiali hanno condannato i terroristi di destra, Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. In primo grado è stato condananto anche Gilberto Cavallini. Ma quella sui mandanti è una storia che deve ancora essere scritta e può rivelare i punti più oscuri.
Domani ha riassunto a fine luglio in due puntate i nuovi elementi emersi dall’inchiesta sui mandanti. A cominciare da quella banconota strappata ritrovata a Cavallini, che potrebbe essere stata il suo lasciapassare per accedere all’arsenale dell’organizzazione militare filo-atlantista Gladio. La vicenda vede inoltre coinvolto Licio Gelli, ex capo dalla loggia massonica P2, morto nel 2017 e considerato, dai magistrati di Bologna, il vero mandante della strage. Strage di Bologna che rientra nella più articolata stagione delle bombe conosciuta con il nome di strategia della tensione.
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