Diventa definitiva la condanna a un anno e 8 mesi per l'ex prefetto di Pescara Francesco Provolo nell'ambito della vicenda legata alla strage di Rigopiano dove il 18 gennaio del 2017 morirono 29 persone sotto la valanga che travolse l'hotel di Farindola. Lo hanno deciso i giudici della Cassazione.

Provolo è accusato di rifiuto di atti di ufficio e falso.

Appello bis invece per 13 persone: tra cui 6 dirigenti della Regione Abruzzo all'epoca dei fatti, l'ex sindaco Ilario Lacchetta e un tecnico del Comune che erano stati assolti nei due precedenti gradi di giudizio. Confermata la condanna all'ex gestore dell'hotel.

LA NOTA DELLA CASSAZIONE

«In accoglimento parziale del ricorso del Procuratore generale presso la Corte di appello dell''Aquila, la Corte di cassazione ha riformato la decisione dei Giudici di merito disponendo l'annullamento della sentenza di appello che, come già quella di primo grado, aveva escluso la responsabilità dei dirigenti del Servizio di Protezione civile della Regione Abruzzo per i reati di disastro colposo e omicidio e lesioni plurime colpose», si legge nella nota della Cassazione sulla sentenza di Rigopiano.

«Con riguardo al sindaco di Farindola e al tecnico del Comune dell'epoca dei fatti, nonché ai due funzionari della Provincia di Pescara condannati dalla Corte di appello per omicidio lesioni colpose plurimi, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata e ha disposto un nuovo giudizio di appello per rivalutare le loro posizioni –  si legge –. La Cassazione ha, poi, confermato la condanna dell'allora Prefetto di Pescara per i delitti di omissione di atti d'ufficio e di falso ideologico in atto pubblico, nonché del Capo di Gabinetto della stessa Prefettura per falso ideologico in atto pubblico».

Sono state, altresì, «confermate le assoluzioni disposte in primo e secondo grado per il delitto di depistaggio contestato al Prefetto e ai suoi funzionari». Sono state, infine, «confermate le condanne del gestore dell'albergo e del geometra che aveva redatto la relazione allegata al permesso per la ristrutturazione dell'albergo stesso per i reati di falsità ideologica loro attribuiti. Sui risarcimenti in favore delle parti civili si deciderà all'esito del giudizio di rinvio».

LE FAMIGLIE

«Oggi qualcosa ci è stato dato, rispetto a quello che ci era stato tolto in primo e secondo grado. Siamo soddisfatti per la sentenza, ora vedremo a Perugia cosa succederà», dicono i familiari delle vittime dopo la sentenza dei giudici della Cassazione.

Secondo l’avvocato di parte civile Massimiliano Gabrielli, «il nuovo processo nei confronti dei dirigenti della Regione e la contestazione del reato di disastro ci garantisce la salvezza dalla prescrizione di tutti gli altri reati, come l'omicidio colposo, ed un vero responsabile civile per i risarcimenti del danno a favore delle vittime».

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