Tre dei minorenni coinvolti nelle violenze sessuali di due cugine della scorsa estate a Caivano, in provincia di Napoli, sono stati condannati rispettivamente a nove e dieci anni di reclusione.

Il verdetto del giudice del tribunale per i minorenni di Napoli, Anita Polito, arriva al termine di un processo di rito abbreviato. Il 5 luglio, il pm Claudia De Luca aveva invocato per i tre imputati pene tra nove anni e dieci anni e otto mesi di reclusione, pene ridotte di un terzo in considerazione del rito.

Lo stesso giorno erano giudicati colpevoli due dei maggiorenni coinvolti nelle violenze; il ventenne Pasquale Mosca era stato condannato a tredici anni e quattro mesi di reclusione, il diciannovenne Giuseppe Varriale a dodici anni e cinque mesi. Entrambe le condanne sono più alte rispetto a quelle richieste dalla Procura. Il sostituto procuratore aveva anche chiesto che non venissero concesse le attenuanti generiche ai tre imputati.

I due giovani erano accusati di violenza sessuale di gruppo, minaccia e diffusione illecita di contenuti sessualmente espliciti. Il giudice ha, inoltre, inflitto una provvisionale di cinquantamila euro, immediatamente esecutiva, a ciascuno dei due imputati, e la corresponsione di ventimila euro per ciascuno dei genitori della bambina più piccola. Per entrambi è stata, poi, disposta l'interdizione perpetua.

La vicenda

Le due ragazzine avevano raccontato di essere state violentate per mesi da diversi ragazzi nell'ex area ecologica e nel campo sportivo Faraone, entrambi abbandonati da tempo, e nella Villa Comunale di Caivano. Gli stupri venivano ripresi coi dei telefonini e i video circolavano tra gli indagati, hanno appurato gli inquirenti.

Gli abusi sarebbero andati avanti per mesi, fino a quando il fratello di una delle due non ha ricevuto un messaggio su Instagram da un account anonimo in cui gli veniva detto che la sorella stava realizzando dei «video sporchi» con dei ragazzi. I genitori delle due vittime avevano poi sporto denuncia, con l'apertura delle due inchieste parallele, una della Procura di Napoli Nord e l'altra della Procura per i Minorenni.

Le condanne arrivano ad un anno di distanza dalla vicenda, che aveva spinto il governo Meloni a promuovere interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana nella zona di Parco Verde, il quartiere dove sono state abusate le due ragazze. A marzo le forze dell’ordine avevano sgomberato più di 250 case occupate abusivamente.

Il complesso di edifici, a Nord di Napoli, era stato costruito con i fondi stanziati dopo il terremoto del 1980. Nel tempo, nella zona erano avvenuti una serie di fatti di cronaca legati a criminalità e violenza, tra cui la morte di Fortuna Loffredo, nel 2014. La bambina, di sei anni, era stata abusata e scaraventata giù dall'ottavo piano da uno dei palazzi del complesso.

«Non voglio dire che là non sia cambiato niente,» aveva detto un anno fa la mamma di Loffredo, Mimma Guardato, commentando gli abusi di Caivano. «Nel frattempo sono sorte nuove associazioni in difesa delle donne e dei minori. Ma non basta. Dovrebbero essere le istituzioni a colmare quel vuoto.»

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