Solo il garbo del maestro Riccardo Muti poteva trasformare in una risata un momento oggettivamente imbarazzante per tutti i presenti. Durante il tradizionale concerto di Natale al Senato da lui diretto (l'inno nazionale, l'ouverture Coriolano op. 62 di Beethoven, la sinfonia Roma op. 37 di Bizet) un telefono ha squillato. Un altro ha suonato mentre il maestro rivolgeva il suo saluto ai presenti, tra cui il presidente Mattarella. A quel punto Muti ha redarguito i senatori con una battuta in napoletano: «E stutatelo ’sto telefono...», spegnetelo questo telefono.
«A un certo punto – ha aggiunto – mentre stavo dirigendo l'ho sentito, ho guardato bene nella partitura credendo ci fosse, ma non c'era!». Risate e applausi di approvazione, il concerto si è poi chiuso con una standing ovation. Un omaggio che non cancella la cafonaggine di un concerto di musica classica, diretto dal più grande maestro italiano, nell’aula del Senato e alla presenza delle massime cariche dello Stato, in cui squillano i telefoni.

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