La celebre piattaforma di streaming di proprietà di Jeff Bezos si è aggiudicata i diritti di trasmissione esclusiva, dalla prossima stagione, di 16 partite di Champions League. Ma la notizia della controversa creazione della nuova competizione per club rischia di scombinare i piani dell’azienda americana
Il coro di voci contrarie alla Superlega, la nuova competizione di calcio fondata e annunciata qualche giorno fa da 12 grandi club europei e che ha scatenato un terremoto in seno a Uefa e Fifa, si arricchisce di un’altra voce autorevole ma non disinteressata: quella di Amazon Prime Video. In un breve comunicato, la celebre piattaforma di streaming che fa parte dell’universo dell’azienda di Jeff Bezos ha infatti sottolineato come «la bellezza del calcio europeo derivi dalla capacità di qualsiasi club di raggiungere il successo attraverso le proprie prestazioni in campo».
E in effetti per Prime Video la nascita della Superlega europea ha tutto il sapore della beffa: pochi mesi fa, infatti, era arrivato l’annuncio dell’ingresso di Amazon nel grande gioco dei diritti tv per la trasmissione delle partite. Dalla prossima stagione e per tutto il triennio 2021-2024, i 16 migliori match di Champions del mercoledì e la Supercoppa europea verranno infatti trasmessi in esclusiva assoluta solo in streaming, su Prime Video. Un investimento da circa 80 milioni di euro, quello di Bezos, per 48 partite da mandare in onda in tre anni.
Se lo strappo tra l’Uefa e i 12 club fondatori della Superlega non dovesse ricucirsi – e se, come ha precisato in questi giorni il presidente del massimo organismo del calcio europeo, Aleksander Čeferin, la Champions League continuasse a esistere anche senza le big – il rischio per Prime Video sarebbe quello di aver fatto un investimento sbagliato. I diritti tv rimangono invariati, ma è innegabile che una Champions senza Real Madrid, Atletico Madrid, Barcellona, i due Manchester, Arsenal, Chelsea, Tottenham, Liverpool, Juventus, Milan e Inter non sarebbe la stessa cosa.
Ed è proprio per questo motivo che Amazon Prime Video ha preso le distanze dalla nuova competizione, condividendo «le preoccupazioni sollevate dai tifosi» sul nuovo torneo e spiegando che sulla piattaforma non saranno trasmesse partite della Superlega: «Non siamo stati coinvolti – si legge nella nota – in alcuna discussione per questa Superlega. Siamo orgogliosi di poter offrire ai nostri abbonati Prime il calcio che conta di più per loro e di presentare l’azione nei modi più innovativi, tra cui la Champions League in Germania e in Italia e la Premier League nel Regno Unito».
La presa di posizione di Amazon apre anche un altro fronte del dibattito sulla liceità della Superlega. Oltre che dal colosso americano, i diritti di trasmissione di Champions ed Europa League per il prossimo triennio sono stati acquisiti da Sky e da Mediaset. Il primo, grazie a un investimento di 110 milioni a stagione, trasmetterà 121 delle 137 partite annuali di Champions, oltre a tutti i 282 match dell’Europa League e della nuova Europa Conference League. Il secondo, per circa 50 milioni, ha acquisito in esclusiva la miglior partita del martedì (16 match in totale) da mandare in onda in chiaro più la finalissima, oltre alla possibilità di trasmettere le rimanenti 104 partite – eccezion fatta per quelle in esclusiva su Prime – in streaming, probabilmente su Mediaset Play Infinity. Sicuri che il colosso di Murdoch e il gruppo di Cologno Monzese resteranno a guardare senza difendere i loro investimenti?
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