La classifica città per città sull’aumento del costo dei beni di consumo stilata da Unione nazionale consumatori. A trainare l’aumento dei prezzi non è solo il caro energia, ma anche la siccità
I prezzi per i beni di consumo aumentano in tutta Italia, con però delle variazioni tra le città. Unione nazionale consumatori (Unc) ha stilato la classifica su tutto il territorio nazionale elaborando i dati dell’Istat dell’ultimo luglio. Prime in classifiche le città di Trento e Bolzano con un record che costerà alle famiglie 2.521 euro in più all'anno. A tirare l’inflazione non è solo il caro energetico ma anche il cosiddetto “carrello della spesa”, che si porta a un più 9,1 per cento, con un aumento che mai visto dal settembre 1984.
L’inflazione per città
A Tento e Bolzano l'inflazione viaggia attorno al 10 per cento, la più alta d'Italia.
A Bologna è all'8,6 per cento che comporta un aumento della spesa di 2.145 euro. A Firenze si registra un più 8,6 per cento per 2.006 euro in più. La città più virtuosa è Campobasso, con un'inflazione del 6,9 per cento e una spesa aggiuntiva per una famiglia pari a 1.263 euro. Seguono Catanzaro con un più 7,1 per cento, e un costo aggiuntivo di 1.326 euro e Bari con il 7,8 per cento in più, e 1.354 euro aggiuntivi.
A Roma c'è un'inflazione al 7,5 per cento, inferiore alla media nazionale, con una spesa maggiore di 1.756 euro rispetto all'anno scorso. A Napoli i prezzi sono aumentati del 7,6 per cento e la spesa è maggiorata di 1.538 euro. Segue la Lombardia, dove la crescita dei prezzi del 7,7 per cento implica un'impennata del costo della vita pari a 2.001 euro.
I dati generali sull’inflazione
In attesa che il rialzo dei tassi deciso dalla Bce faccia effetto, l'Istat conferma la stima preliminare di luglio: nel settimo mese di quest’anno i prezzi sono cresciuti dello 0,4 per cento su giugno e del 7,9 per cento su luglio 2021.
Con questa situazione Coldiretti ha calcolato che gli italiani spenderanno 564 euro in più solo per la tavola nel 2022. Costi aumentati non solo per l'inflazione ma anche a causa del taglio dei raccolti per la siccità.
I prezzi della frutta fresca sono aumentati su base annua del più 8,8 per cento mentre quelli dei vegetali freschi del più 12,2 per cento. La categoria per la quale si spenderà complessivamente di più è pane, pasta e riso, con un esborso aggiuntivo di quasi 115 euro, mentre carne e salumi costeranno 98 euro in più rispetto al 2021 e le verdure aumenteranno di 81 euro.
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