Dopo l’annuncio della “poison pill” la pillola avvelenata da parte del Cda contro l’offerta ostile del miliardario, sono arrivati i dettagli della nuova strategia. Sarebbe ora imminente il rifiuto ufficiale, ma il consiglio resta aperto alle negoziazioni
L’offerta pubblica di acquisto (Opa) su Twitter, avanzata nei giorni scorsi da Elon Musk, uomo più ricco del mondo e fondatore di Tesla e Space X, potrebbe essere ufficialmente respinta a breve, secondo il Wall Street Journal. Intanto altre società di private equity, come Apollo Global Management e Thoma Bravo, hanno espresso il loro interesse nei confronti del social network.
Dopo l’offerta ostile avanzata da Elon Musk pochi giorni dopo il suo ingresso nel capitale di Twitter, di cui è diventato temporaneamente il maggior azionista con il possesso del 9,2 per cento delle azioni, il Cda ha annunciato di voler utilizzare la cosiddetta pillola avvelenata, “poison pill”, per arginare le mire del miliardario e degli altri concorrenti. Ieri ne sono stati diffusi i dettagli e ora si attende il rifiuto ufficiale dell'offerta di Musk.
La Poison pill
La cosiddetta poison pill è una strategia adottata dal Consiglio di amministrazione di Twitter «al fine di proteggere la piattaforma dei social media da tattiche di acquisizione coercitive o altrimenti ingiuste». Lo scopo è quello di limitare la capacità di Elon Musk di aumentare la sua partecipazione nella piattaforma.
La mossa, annunciata venerdì 15 aprile ma chiarita nei dettagli solo tre giorni dopo, il 18 aprile, darà a tutti gli altri azionisti il diritto di acquistare un’azione aggiuntiva per ogni azione che possiedono con uno sconto. E mentre i normali azionisti potrebbero comprare a 210 dollari per azione, Musk (o un altro investitore ostile) dovrebbe pagarne 420. Inoltre la strategia prevede l’imposizione di una «pena significativa» per qualsiasi persona o gruppo di investitori che acquisisca il 15 per cento o più delle azioni della società senza l'approvazione del consiglio.
Il Cda ha depositato il documento dell’accordo sui diritti degli azionisti presso la Securities and Exchange Commission, l’autorità di vigilanza. L'effetto di tale accordo sarebbe quello di «rendere più difficile o scoraggiare una fusione, un'offerta pubblica di acquisto o di scambio o altra aggregazione aziendale che coinvolga la società», si legge.
Ma come ha notato un professore di diritto societario della Duke University, James Cox, «la poison pill significherebbe essenzialmente la fine di Twitter se Musk o un altro investitore acquisisse il 15 per cento in più della società». Twitter non dispone infatti secondo lui della liquidità e azioni necessarie per pagare gli azionisti che volessero far uso dei propri diritti.
La BATTAGLIA DI MUSK
Con la poison pill, che rende la prospettiva di un'acquisizione di Twitter più difficile per Musk, il miliardario potrebbe decidere di ritirare la sua offerta ed esercitare l'influenza ancora significativa che avrebbe sulla società.
Tuttavia, Musk in una conferenza aveva già annunciato di aver a disposizione un «piano b» in caso di bocciatura da parte del Consiglio, senza aggiungere altro.
Nella sua lettera di offerta il fondatore di Tesla aveva dichiarato che Twitter aveva bisogno di essere trasformato in una società privata e che lui non aveva «fiducia nel management» né credeva «di poter guidare il cambiamento necessario nel mercato pubblico», aggiungendo che avrebbe potuto riconsiderare la sua posizione di azionista.
STIPENDIO ZERO
Dal canto suo il Cda di Twitter ha lasciato aperta la possibilità di negoziare con Musk o con altri interessati. Nel documento depositato si nota infatti che l'accordo sui diritti degli azionisti non dovrebbe interferire con alcuna fusione o offerta approvata dal consiglio.
Ma l’imprenditore sta cercando di aumentare la fiducia con gli utenti e azionisti, in opposizione al consiglio. Ha infatti affermato che che gli azionisti, non il Consiglio di amministrazione, dovrebbero decidere le sorti di Twitter. Inoltre in un post sulla piattaforma social ha dichiarato: «Se la mia offerta avrà successo, il compenso dei membri del consiglio di amministrazione sarà 0, così risparmiamo tre milioni di dollari».
Elon Musk lo scorso 14 aprile ha offerto 54,2 dollari ad azione, pari a più di 40 miliardi di dollari in totale, per diventare l’unico proprietario del social network. Una cifra che supera il prezzo medio di scambio delle azioni di Twitter negli ultimi anni. Il suo obiettivo dichiarato, se la manovra andasse in porto, è di ritirare Twitter dalla borsa. Il valore dell’azienda, nel giorno dell’offerta, era stimato a 31 miliardi di dollari.
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