- Negli ultimi giorni s’è verificato uno strano miracolo antropologico: tutti i No-vax hanno abbandonato per il momento la loro lotta contro la dittatura sanitaria e i vaccini e si sono trasformati in accaniti sostenitori del presidente russo.
- I No-vax ora filo russi sono accomunati da un’idea: che il capitalismo e l’occidente, soprattutto gli Stati Uniti, sono il male. Per questi individui, tutto è cospirazione.
- Alcuni tratti psicologici caratterizzano tutti i No-vax. Sono rabbiosi, sospettosi e fermi nella convinzione che dietro ogni fatto della storia si muovano forze oscure che solo loro sono in grado di scovare e comprendere. Dicono di lottare perché prevalga la verità e il bene ma più spesso finiscono per difendere la parte sbagliata.
Negli ultimi giorni s’è verificato uno strano miracolo antropologico: tutti i No-vax, anzi chiamiamoli gli “esitanti sul vaccino” che sennò s’arrabbiano, da quelli più famosi che compaiono ogni sera in tv, a quelli sconosciuti che si sfogano solo sui social o in piazza, hanno abbandonato per il momento la loro lotta contro la dittatura sanitaria e i vaccini e si sono trasformati in accaniti sostenitori di Vladimir Putin, nella sua guerra folle contro l’Ucraina.
Ugo Mattei, il professore di diritto che, assieme a Giorgio Agamben e Massimo Cacciari, filosofi, ha fondato prima la Commissione dubbio e precauzione (Dupre) – così chiamata perché i suoi dotti componenti dicono di nutrire dubbi verso i vaccini, contro i quali invitano tutti a prendere precauzioni – e poi il Comitato di liberazione nazionale (Cln), formato da tutti quelli che, dice Mattei, si oppongono al “regime draghista”, identico a quello fascista.
Revisionismo pro Putin
Mattei ha scritto su Facebook: «A nome del Cln condivido questo comunicato con preghiera di massima diffusione. È in corso un evidente tentativo dell’asse angloamericana di impedire amichevoli rapporti fra Europa e Russia. Ovviamente gli stessi interessi guerrafondai dei democratici di Biden sono quelli del regime draghista».
Ed eccolo, il comunicato: «Lungi dalle ricostruzioni parziali dei media di massa, si precisa che l’attuale crisi ucraina va inquadrata nell’attacco lanciato dalla Nato contro la Federazione Russa, mirato a smembrarla per il controllo egemonico dell’Eurasia. È questo il contesto nel quale va inserito il colpo di stato del 2014 nella Euromaidan, teatro di un’ennesima operazione di regime-change, che ha visto in azione formazioni paramilitari neonaziste e cecchini georgiani che sparavano contemporaneamente su polizia e manifestanti per infiammare la rivolta e inglobare l’Ucraina nella sfera di appartenenza occidentale».
«Le vessazioni contro la popolazione russa del Donbass, presto degenerate in veri e propri scontri sono sfociate in un’offensiva che negli ultimi mesi ha visto l’impiego di sistemi missilistici a lancio multiplo BM-21 Grad posizionati lungo la linea di contatto in aperta violazione ai protocolli di Minsk I e Minsk II. Un’ennesima provocazione, alla quale Vladimir Putin questa volta ha risposto», si legge.
Ah. Non è stato il presidente russo Vladimir Putin a dichiarare la guerra e invadere senza motivo l’Ucraina? Spiega Mattei che Joe Biden e Mario Draghi sono pericolosi guerrafondai e l’attacco in Ucraina l’ha lanciato la Nato. La Nato ha lanciato un attacco contro la Russia? E quando? Me lo sono perso.
Vladimir Putin, quindi, non ha mandato l’esercito a invadere un paese libero, massacrando militari e civili, per destituire Volodymyr Zelensky, un presidente democraticamente eletto dal popolo ucraino, e il suo governo, che Putin ha gentilmente definito «una banda di nazisti drogati», anche se Zelensky è un ebreo che ha avuto mezza famiglia massacrata ad Auschwitz.
Esperti di dittature
No, il povero presidente Putin ha solo risposto a una provocazione della Nato e degli ucraini. Mi deve essere sfuggito qualcosa. Ma forse ha ragione il professor Mattei, che di storia e di dittatori se ne intende: difatti, lui sostiene che in Italia c’è una dittatura sanitaria dato che Draghi, lui sì che è un dittatore, ha introdotto il Green pass che riduce la nostra libertà.
Invece Putin, che mette in carcere chi protesta, fa uccidere i politici che gli si oppongono (come Boris Nemcov, assassinato su un ponte vicino al Cremlino nel 2015) e i giornalisti che non gli piacciono (coma Anna Politkovskaja, uccisa a revolverate nel 2006 mentre stava rincasando, perché aveva osato raccontare i massacri in Cecenia da parte dell’esercito russo), non è un dittatore: lui agisce così solo perché tutta quella brutta gente l’ha provocato.
Diego Fusaro, altro paladino dei No-vax, scrive che i paesi europei «hanno accerchiato la Russia violando ogni accordo e ora cercano di fare ricadere su lei soltanto la responsabilità di ciò che sta accadendo. Una narrazione fumettistica eppure oggi dominante. Il vero nemico sono gli Usa».
Dovrebbe dirlo agli abitanti di Kiev, sulle cui teste piovono bombe dei russi, mica degli americani. E Fusaro prosegue: «Vladimir Putin, per me, rappresenta l’eroica resistenza all’imperialismo statunitense, la capacità di uno stato sovrano nazionale di resistere e di non lasciarsi piegare. Putin, poi, rappresenta anche l'importanza di aver riscoperto le identità e la sovranità nazionale come baluardo di resistenza all'imperialismo». Il filosofo amante della libertà tra Biden e Putin preferisce Putin. Basta saperlo.
Tutto è cospirazione
I leader del movimento No-vax si comportano come se fossero diventati i portavoce ufficiali del presidente russo. Anche sui canali social sono diventati tutti suoi accaniti sostenitori: c’è chi posta la dichiarazione di guerra di Putin commentando con emoticon di giubilo, chi fa il tifo per i soldati di Mosca e scrive “la Russia sta ripristinando la giustizia!”, chi sostiene che è tutta colpa degli americani, chi posta video in cui si vede un giornalista occidentale con l’elmetto e il giubbotto antiproiettile mentre dietro di lui cittadini ucraini tornano a casa imperterriti con le borse della spesa, e conclude che la guerra non esiste, è solo un’invenzione dei nostri media. Un delirio paranoide.
Eppure, c’è del metodo in questa pazzia. Per questi individui, tutto è cospirazione, tutto è colpa dell’Occidente. Noi ci fermiamo alle superficie e ci fidiamo del racconto dei media mainstream, mentre loro sanno che c’è sempre una verità più vera, più pura, che si nasconde dietro le apparenze. Tutti dicono che il virus è nato in natura ed è passato da un animale all’uomo?
Non è vero: loro sanno che è stato creato in laboratorio. Tutti dicono che il Covid ha fatto milioni di morti? Non è vero: loro sanno che il Covid è una malattia poco più grave di un’influenza, e che la pandemia è un’invenzione dei media occidentali creata per limitare le nostre libertà.
Tutti dicono che i vaccini salvano milioni di vite? Non è vero: loro sanno che i vaccini – prodotti dalle odiose Big Pharma americane – uccidono. Adesso sembra che Putin abbia invaso l’Ucraina, ma non è vero: la longa manus della Nato ha spinto Putin, poveretto, a bombardare Kiev. E di tutto questo hanno le prove.
L’invenzione del nemico comune
I No-vax ora filo russi sono accomunati da un’idea: che il capitalismo e l’occidente, soprattutto l’America, sono il male. Così, tenuti assieme dal nemico comune, alle manifestazioni contro il Green pass trovi gli anti capitalisti di estrema sinistra – dai residuati del sessantotto come Cacciari, Agamben e Mattei, agli adepti vegani della new age in sandali e maglioni di lana cotta – che marciano a braccetto con gli anti capitalisti di destra, dai ribelli anti sistema in giacca, cravatta e corna da vikingo, ai simpatizzanti di Forza Nuova eredi dei celti. Ora, questo strambo popolo di sinistrorsi libertari e nazionalpopulisti tutto unito fa il tifo per Putin.
Alcuni tratti psicologici caratterizzano i No-vax, ora filo Putin. Sono rabbiosi, sospettosi e fermi nella convinzione che dietro ogni fatto della storia si muovano forze oscure che solo loro sono in grado di scovare e comprendere.
Loro sono i vati della realtà, gli eletti, mentre noi siamo il gregge che crede a tutto. Quel che li accomuna è il narcisismo: sono sicuri di capire e di saperne più di noi, di essere meglio di noi. Forti della loro superiorità intellettuale, si lanciano in ragionamenti lunghissimi e pedanti che arrivano a conclusioni opposte a quelle desiderate.
Si dichiarano libertari, e finiscono per idolatrare un despota come Putin. Si dicono amanti del dubbio e enunciano verità dogmatiche che nessun dato di fatto può scalfire. Si vantano di non cadere nei tranelli tesi dalla medicina ufficiale, e rischiano di morire dieci volte più degli altri. Affermano di lottare perché prevalga la verità e il bene, ma più spesso finiscono per difendere la parte sbagliata.
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