- L’esercito russo è stato bloccato su tutti i fronti e presto avrà bisogno di una pausa di settimane prima di poter tornare all’offensiva.
- Ma c’è un fronte in cui i generali di Putin sperano ancora di ottenere una vittoria: è il confine con le repubbliche separatiste, dove prima della guerra era schierato il grosso dell’esercito ucraino.
- I russi stanno tentando una manovra di accerchiamento, da nord e da sud. I combattimenti sono accaniti ed è difficile prevedere come finiranno. Il destino di Mariupol potrebbe influenzare molto questa battaglia.
Con l’offensiva bloccata su quasi tutto il fronte, le pesanti perdite subite in quattro settimane di combattimenti e la necessità di fermarsi per riorganizzarsi e far affluire rinforzi, i generali russi hanno poche possibilità per soddisfare le richieste del presidente russo Vladimir Putin. Per esperti ed analisti, e secondo gli stessi comandi ucraini, la loro unica possibilità di ottenere una parziale vittoria è nell’est del paese. Nella battaglia per il Donbass.
La Jfo
Quando l’esercito russo ha lanciato la sua invasione dell’Ucraina, l’offensiva russa seguiva tre direzioni. A nord, verso la capitale Kiev. A sud, verso Odessa. E ad est, lungo la linea di contatto con i territori separatisti, come la chiamano gli ucraini: area della “Joint forces operation” (Jfo).
Un mese dopo l’inizio dell’attacco, le prime due direttrici di avanzata sono bloccate. Nell’area della sconda, quella meridionale nei pressi di Kherson e Mikolayv, gli ucraini sono persino passati al contrattacco. Soltanto nella Jfo i russi e i loro alleati separatisti hanno ancora qualche possibilità di ottenere una significativa vittoria sul campo.
La ragione è semplice: allo scoppio della guerra il grosso dell’esercito ucraino era schierato lungo questa linea e i russi sperano di circondarlo con una manovra a tenaglia da nord e da sud. In questo modo non solo eliminerebbero una parte consistente dell’esercito avversario, ma riuscirebbero anche a riunificare le regioni del Donbass e di Luhansk, che attualmente i separatisti riconosciuti dalla Russia controllano solo a metà. Secondo alcuni, in caso di vittoria nel Donbass, Putin potrebbe persino dichiarare che la sua “operazione militare speciale” è stata un “successo”.
I combattimenti
Mentre le altre offensive rallentavano e poi si bloccavano, l’intensità dei combattimento nella Jfo è aumentata. Ieri, il governatore ucraino della regione di Dnipro ha detto che i russi hanno completamente distrutto la stazione ferroviaria di Pavlohrad, uno snodo cardine per portare rinforzi nel Donbass.
Nelle stesse ore, account social e canali Telegram filorussi hanno pubblicato notizie non confermate di sfondamenti e di truppe ucraine in fuga. A loro volta, gli ucraini hanno scritto di aver riconquistato la strategia città di Izium, il perno principale della tenaglia settentrionale dell’accerchiamento russo. È praticamente impossibile stabilire cosa stia davvero avvenendo in queste ore, ma fotografie e filmati confermano che nell’area sono in corso combattimenti intensi.
Mariupol
La sorte della battaglia del Donbass è legata all’assedio di Mariupol. La città si trova nella parte più meridionale della tenaglia meridionale dell’accerchiamento. Se i russi dovessero riuscire a conquistarla, potranno liberare le truppe impegnate nell’assedio e utilizzarle per cercare di completare l’accerchiamento.
Se i difensori ucraini riuscissero a resistere, i russi dovrebbero spendere ancora uomini e munizioni nella città. E se le forze impegnate nell’attacco dovessero subire altre perdite elevate potrebbero ritrovarsi in un tale stato da non essere utili all’accerchiamento, nemmeno in caso di vittoria.
© Riproduzione riservata