L’Athletic Brighéla, di terza categoria, ha esposto uno striscione sfidando il parere negativo dell’arbitro. C’era scritto: «Cimitero Mediterraneo. Basta morti in mare». Il capitano è stato espulso fino al 24 aprile. Ma la squadra non arretra e chiede verità sulla strage di Cutro: «Sempre dalla stessa parte, quella di chi lotta, quella che non riesce a restare indifferente, quella che rifiuta parole come “non dovevano partire”»
I calciatori dell’Athletic Brighéla, squadra della terza categoria di Bergamo, hanno portato la disobbedienza civile in un campo da calcio. E lo hanno fatto esponendo prima della partita di domenica scorsa lo striscione “Cimitero Mediterraneo. Basta morti in mare”. Il tribunale sportivo ha deciso di infliggere alla società una multa di 550 euro, fermare per squalifica il dirigente accompagnatore Luigi Cattaneo fino al 24 marzo e il capitano Pietro Rota fino al 23 aprile.
Il fatto
Il caso viene descritto nei dettagli dalla decisione del giudice. Dagli atti ufficiali di gara è emerso che, prima dell’incontro, Rota ha chiesto all’arbitro di essere autorizzato a introdurre ed esporre sul terreno di gioco uno striscione, «a detta dello stesso non a contenuto politico», il testo infatti faceva riferimento ai morti in mare. L’arbitro non ha autorizzato la richiesta. Dopo aver regolarmente fatto ingresso sul terreno di gioco, al capitano dell’Athletic Brighéla è stato consegnato lo striscione e a quel punto è stato comunque esposto al pubblico «per una ventina di secondi da tutti i calciatori della citata società, ma non da quelli del A.s.d. River Negrone», la squadra avversaria.
La società ha spiegato che voleva rimarcare la sua «posizione sulle questioni umane che da troppo stanno caratterizzando il nostro paese in modo negativo. Dopo quella che i nostri politici seguitano a chiamare “tragedia” ed è invece risultato di scelte ben precise, ribadiamo che noi non ci stiamo».
Il fatto che sia avvenuto tutto senza il via libera dell’arbitro ha portato il tribunale a esprimersi contro la squadra. Il team continua a rivendicare il gesto: «L'Athletic Brighéla si conferma realtà unica, per sensibilità e attenzione riposta sui temi dell'attualità, esponendo, con il benestare della squadra avversaria, uno striscione che non lascia spazio a interpretazioni o divisioni».
Chiedono verità per le vittime di Steccato di Cutro: «Lo ripetiamo e continueremo a farlo, sempre dalla stessa parte, quella di chi lotta, quella che non riesce a restare indifferente, quella che rifiuta parole come “non dovevano partire”».
Implicitamente si sono schierati contro la linea del governo Meloni, che continua a puntare il dito sui trafficanti e gli scafisti, senza dare spiegazioni su come sia stato possibile che nessuno si sia mosso per salvare almeno 73 vittime. Nello striscione tuttavia non c’era alcun riferimento politico. L’Athletic Brighéla lo ripete sui social: #nonchiamatelatragedia.
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