Il presidente del Consiglio superiore di sanità Locatelli: «Entro inizio autunno avremo completato». Il commissario straordinario Arcuri: «Nella seconda fase si farà anche dal pediatra e in farmacia»
Inizia a delinearsi il piano vaccini anti-Covid per l’Italia: stamattina il presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli ha annunciato quale sarà la data di avvio delle vaccinazioni nel nostro paese. «Il 29 dicembre e il 12 gennaio – ha dichiarato ad Agorà, su Rai 3 – l'Ema si pronuncerà sulla documentazione fornita da Pfizer e Moderna sui vaccini anti-Covid. Questo dovrebbe consentire di avere 3,4 milioni di dosi per vaccinare 1,7 milioni di persone. Nella seconda metà di gennaio è previsto l'inizio delle vaccinazioni, poi le dosi disponibili aumenteranno e, entro fine estate o inizio autunno, dovremmo aver completato la somministrazione della più grande campagna di vaccinazione di massa che abbia mai avuto corso in Italia".
Locatelli si è anche pronunciato sulla Gran Bretagna, che ha annunciato l’inizio delle vaccinazioni già prima di Natale facendo storcere il naso all’Agenzia europea dei medicinali: «Siamo felicemente parte dell'Ue e i tempi di valutazione dell'Ema consentiranno di iniziare i percorsi vaccinali più o meno in contemporanea in tutti i paesi europei".
Il commissario straordinario Domenico Arcuri, invece, durante la sua audizione davanti alle commissioni riunite Trasporti e Affari sociali della Camera ha fatto sapere che nella somministrazione dei vaccini anti-Covid saranno coinvolti - nella seconda fase – anche medici di famiglia, le farmacie e le unità mobili per le zone più complicate da raggiungere. «C'è un sistema informativo – ha detto – che prevede alcune fasi fondamentali, che sono la distribuzione e il tracciamento del vaccino man mano che viene movimentato sul territorio: per questo è prevista la prenotazione, l'accettazione e l'erogazione. Ci sarà anche farmacovigilanza, follow up e l'integrazione con i sistemi sanitari nazionali e con le anagrafe vaccinali, che hanno una dimensione regionale. Il team di somministrazione sarà composto da un medico e quattro infermieri oltre a personale amministrativo e operatori socio sanitari».
Infine, altre indicazioni sono arrivate da Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma: «Chi ha avuto il Covid – ha precisato – non deve vaccinarsi contro la malattia perché ha sviluppato anticorpi naturali, semmai dovrà controllare il livello di questi anticorpi. E quando questi dovessero scendere, si può riconsiderare una vaccinazione».
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