Il report dell'Istituto superiore di sanità: dai dati risulta che la variante inglese è arrivata a essere presente all'86,7 per cento. Quella brasiliana e sudafricana, invece, sembrano diffondersi più lentamente
L'Istituto superiore di sanità ha pubblicato una nuova indagine campionaria per verificare l'andamento della diffusione delle varianti inglese, sudafricana e brasiliana sul territorio nazionale. Lo studio è stato effettuato su un campione di 20.396 tamponi risultati positivi al Covid-19 lo scorso 16 marzo, selezionati casualmente da 126 laboratori diversi, che hanno proceduto poi alla loro analisi.
Dai dati raccolti è emerso che al 18 marzo scorso, la prevalenza della variante inglese del virus era pari all'86,7 per cento, con valori oscillanti tra le singole regioni tra il 63,3 per cento e il 100 per cento. Per quella proveniente dal Brasile, invece, la prevalenza era pari al 4 per cento, con un'oscillazione tra le regioni tra lo zero e il 32 per cento, mentre la terza, quella sudafricana, si ferma allo 0,5 per cento. I numeri pubblicati non sorprendono: già da settimane, infatti, era stata rilevata una maggiore trasmissibilità della prima variante del 37 per cento. Tuttavia, nel report pubblicato ieri dal ministero della Salute, emerge che rispetto al mese di febbraio, la sua presenza nel paese è aumentata dal 54 per cento a poco meno del 90 per cento dei casi totali presi in esame.
Come si è svolta l'indagine
Come per le rilevazioni precedenti, l'Iss ha diviso la penisola in quattro zone: nord-ovest (Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia), nord-est (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna), centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio), sud e isole (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia).
Per ciascun campo d'indagine sono stati esaminati molti tamponi positivi al Covid-19 ed è stato chiesto a 126 laboratori distribuiti nelle varie regioni di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus, per verificare la presenza di varianti.
La regione che ha registrato una maggiore presenza di variante inglese è la Lombardia con 278 casi, seguita dalla Campania con 232 casi e dal Lazio con 161 casi.
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