È stata revocata la misura cautelare per Cecilia Marogna, nota come la «dama del cardinale», la donna al centro dell’ultimo scandalo che ha scosso il Vaticano. La Corte d’Appello di Milano deve ancora fissare l’udienza sull’estradizione in Vaticano, che vista la decisione potrebbe non essere più così scontata
È stata revocata la misura cautelare in carcere per Cecilia Marogna, nota come la «dama del cardinale», la donna al centro dell’ultimo scandalo che ha scosso il Vaticano e al centro dell’inchiesta condotta dalla Santa sede che vede tra gli indagati anche l’ex cardinale Angelo Becciu.
La Corte d’Appello di Milano ha revocato la misura cautelare per Marogna, resta solo l’obbligo di firma e deve ancora essere fissata l’udienza per l'eventuale estradizione in Vaticano, che però si allontana sempre di più. Marogna è difesa dall’avvocato Massimo Dinoia, che conferma a Domani la revoca della misura cautelare.
Marogna è la 39enne manager cagliaritana divenuta nota come la «dama del cardinale» per il rapporto fiduciario che la legherebbe all’ex numero due della Segreteria di Stato vaticana, Angelo Becciu.
La Marogna era stata fermata a Milano dalla Guardia di finanza: nei suoi confronti gli inquirenti vaticani hanno emesso un mandato di cattura internazionale attivando l’Interpol.
Nel mirino degli magistrati di papa Francesco sarebbero finiti bonifici per mezzo milione di euro ricevuti dalla Santa Sede per operazioni segrete umanitarie in Asia e Africa, e finiti in gran parte nell’acquisto di borse di lusso, cosmetici e altri beni di marca.
In un’intervista esclusiva a Domani, la Marogna aveva spiegato di aver conosciuto il cardinale Becciu nel 2016, e di aver lavorato per lui in segreto per creare una «diplomazia parallela» di cui nessuno, nella Santa Sede, era al corrente. Secondo l’entourage della porpora licenziato tre settimane fa da Bergoglio, i soldi girati dalla Segreteria di Sato a una società slovena riferibile alla Marogna servivano invece alle trattative segrete per la liberazione di alcuni missionari rapiti in Mali.
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