«Su di me sono circolate molte fake news», ha detto Chiara Ferragni al Corriere della Sera, nella prima intervista dopo l’inchiesta
Io non volevo solo rilasciare un'intervista, volevo avere il potere di mandare in tilt il sito del Corriere della Sera». Sabato mattina Chiara Gambardella, in arte Ferragni, pubblica tra le sue stories un link che in mezz'ora viene visualizzato da 681 mila utenti e cliccato 383 mila volte. Nel giro di un’ora i click saranno 1,6 milioni.
Conosciamo questi numeri perché l'imprenditrice digitale, indagata per truffa aggravata, ce li mostra. E ce li mostra per due motivi: ufficialmente per avvisare i suoi follower che il sito del quotidiano che ha raccolto la sua versione de Le mie prigioni è crollato - al momento la pagina non è disponibile. Indirettamente per inviare un messaggio forte e chiaro a John Travolta, che ha tentato di sottrarle il primato italiano in pubblicità occulta incassando un milione di euro senza dover fingere di aver devoluto due lire in beneficenza: "Io sono ancora qua, con questi numeri qua".
È il suo personale Ballo del qua qua, accompagnato da un ritornello che fa così: "Sono stata zitta per troppo tempo. Ora penso che sia importante parlare e spiegare". In pratica un incrocio tra una citazione di Julian Assange e le memorie di una lavatrice ingiustamente accusata di aver spaiato tutti i calzini.
Ma pure il trailer della puntata speciale di The Ferragnez che andrà in onda il prossimo 3 marzo sul Nove, dove Ferragni è attesa nel confessionale di Fabio Fazio per affrontare l'unica vera questione di pubblico interesse: Truman ha definitivamente abbandonato la casa o tornerà a far parte dello show? Solo che purtroppo questa sarà l'unica domanda alla quale Ferragni non risponderà: come ci insegna quotidianamente dal suo eremo, infatti, esiste una cosa che si chiama vita privata.
Un richiamo, questo alla riservatezza, che ha peraltro il grande pregio di far commuovere tutti: sia gli ex berlusconiani degli anni d'oro sia i nostalgici di sinistra il cui pensiero non può che tornare ai titoli cubitali di Cuore - uno su tutti: «Hanno la faccia come il culo».
Il fatto è che la ragazza che solo un anno fa presentava Instagram all’Ariston è cresciuta ed è molto più consapevole che in passato della sua forza: la tua community è ancora viva e al tuo segnale potrebbe mandare in down tutti i siti della galassia; se non puoi sfilare durante la fashion week, cerca almeno di sfilare alla fashion week il monopolio dell'attenzione sui media; tratta il gossip come un affare di stato (preferisco non rilasciare dichiarazioni riguardo il rapporto con mio marito finchè sono in corso le indagini degli inquirenti - ringrazio Dagospia e Pomeriggio5 per il lavoro svolto, sono sicura che tutti i dettagli sulla separazione verranno presto accertati); e tratta un'inchiesta giudiziaria come fosse una lezione di pilates, un percorso di crescita personale, una seduta dallo psicologo (la magistratura in tanti weekend non c’è stata. In altri c’è stata. Comunque ho fiducia nel nostro rapporto).
Tornando alle cose serie, nella prima intervista dopo lo scoppio dello scandalo Balocco, Ferragni dice «basta fake news». Non specificando a quali notizie fasulle si riferisca, l’affermazione risulta scivolosa. Per non dire ingannevole, aggettivo che ci riporterebbe dritti al punto in cui tutto è partito, dandoci dimostrazione che niente, nell’ultimo anno, si è davvero mosso.
In secondo luogo l’azienda di cui è titolare è una media impresa nella quale, riferisce, lavorano circa 50 persone: questo dato dovrebbe consentire a tutti di rivalutare il peso che i suoi affari ricoprono nel panorama industriale italiano e riportare su scala reale un potere finanziario troppo a lungo misurato solo sulla base di una moneta virtuale come quella dei like. Per ultimo Chiara Ferragni racconta di essere «una brava persona».
Ma dal momento in cui è intervenuta la Procura di Milano qualsiasi giudizio morale sul pandorogate, anche quello dell’opinione pubblica, dovrebbe essere considerato superato o almeno sospeso: la fase in cui ci troviamo ora è quella di un’indagine per truffa.
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