I magistrati hanno votato per eleggere il nuovo comitato direttivo centrale dell’Anm e l’esito è stato netto: i conservatori di Magistratura indipendente hanno vinto con 2065 voti, seguiti a stretto giro dai progressisti di Area con 1803. Come da pronostico e in linea con gli esiti del voto al Csm nel 2022, dunque, i due gruppi maggiori sono quelli che totalizzano il numero maggiore di preferenze.

A seguire i moderati di Unicost con 1560 e i progressisti di Magistratura democratica, con 1081 voti. Ultima la lista dei cosiddetti anticorrentisti di Articolo 101 con 304 voti.

Alta la partecipazione: ha votato circa l’82 per cento degli aventi diritto, con 6855 voti totali, con un massiccio aumento della partecipazione rispetto ai 6101 del 2020.

A Magistratura Indipendente, dunque, andranno 11 seggi nel parlamentino delle toghe, mentre ad Area ne saranno assegnati 9, 8 seggi per Unicost, 6 per Md, e 2 per Articolo 101. La prima riunione dovrebbe essere convocata per l'8 febbraio prossimo.

Con tutta probabilità, dunque, il prossimo presidente dell’Anm sarà tra gli eletti di Magistratura indipendente, tuttavia la speranza è quella di mantenere l’unità dei gruppi con una giunta unitaria.

Pur essendo la corrente considerata conservatrice, Mi è rimasta compatta con gli altri gruppi associativi nel dire no alla separazione delle carriere e alla riforma del governo Meloni e ha preso attivamente parte alle manifestazioni dei giorni scorsi durante l’apertura dell’anno giudiziario.

I più votati e gli eletti

Il più votato è Giuseppe Tango, giudice del lavoro a Palermo di Magistratura Indipendente, con 688 preferenze. Per MI tra gli eletti c’è anche Antonio D'Amato, ex togato al Csm e procuratore capo a Messina, per cui sono stati espressi 652 voti.

Gli eletti di Mi sono quindi Giuseppe Tango (688 preferenze), giudice del lavoro di Palermo, Antonio D'Amato (652) procuratore della Repubblica Messina, Chiara Salvatori (569) giudice del Tribunale di Roma, Mariachiara Lionella Vanini (524) giudice del Tribunale di Milano, Gerardo Giuliano (427) consigliere della Corte d'Appello Napoli, Stefano Ammendola (379) sostituto della procura della Repubblica di Milano, Cesare Parodi (366) procuratore aggiunto di Torino, Domenico Armaleo (358) giudice del Tribunale di Messina, Giulio Caprarola (338) sostituto della procura della Repubblica di Treviso, Paola Ciriaco (275) consigliere della Corte d'Appello Catanzaro, Romina Incutti (194), f.r. giudice Kosovo Specialist Chambers.
Il più votato di Area, invece, è il pm di Rieti Rocco Maruotti (514 preferenze). Gli altri eletti sono Paola Cervo (464) del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, Emilia Conforti (399) del Tribunale di Roma, Antonio Diella (380) del Tribunale di Foggia, Ida Teresi (294) della procura della Repubblica di Napoli, Chiara Valori (262) del Tribunale di Milano, Gianna Manca (237) del Tribunale di Brindisi, Andrea Vacca (232) della procura della Repubblica di Cagliari, Domenico Pellegrini (206) del Tribunale di Genova.Per Unicost, il maggior numero di voti è andato a Marcello De Chiara, giudice a Napoli (414). Gli altri eletti sono Monica Mastrandrea (385) giudice del Tribunale di Torino, Dora Bonifacio (379) consigliere della Corte di Appello di Catania, Marinella Graziano (363) giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Paola Cesaroni (314) giudice del Tribunale di Bari, Gaspare Sturzo (294) della procura generale presso la Corte di Cassazione, Giuseppe Amato (285) giudice del Tribunale di Reggio di Calabria, Domenico Canosa (274) consigliere della Corte di appello de L'Aquila.

Per Md, il più votato è il giudice milanese Sergio Rossetti (268). Eletto con Md anche Marco Patarnello (234 preferenze), il sostituto pg di Cassazione finito al centro delle polemiche per la mail critica nei confronti del governo. Gli altri eletti sono Stefano Celli (251) sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Rimini, Rachele Monfredi (191) giudice del Tribunale di Palermo, Leonardo Lesti (184) sostituto procuratore della Repubblica Tribunale di Milano, Giulia Marzia Locati (160) giudice del Tribunale di Torino.

Per Articolo 101, il più votato è l’uscente Andrea Reale, giudice a Ragusa, con 160 voti. Oltre a lui, è stata eletta Natalia Ceccarelli (74) della Corte d'Appello di Napoli.

Le reazioni

«Sono soddisfatto del risultato di Area che ha avuto un enorme consenso, nonostante la separazione con Md. Ma quel che più entusiasma è la grande affluenza alle urne che dimostra la forza e la credibilità della ANM, nonostante gli attacchi subiti in questi giorni», è stato il commento a caldo del segretario di Area, Giovanni Zaccaro.

Area, infatti, ha corso separata da Magistratura democratica come è stato anche per il Csm, mentre nelle tornate elettorali precedenti i due gruppi erano uniti in un “cartello” unitario.

Sommati, i due gruppi progressisti avrebbero la maggioranza.

«I risultati del rinnovo del CDC dell’ANM sono per noi molto soddisfacenti. Il gruppo dopo una fase di profondo rinnovamento ha improntato la sua attività consiliare e associativa al rifiuto del collateralismo politico, alla tutela dell’indipendenza della magistratura, alla cura dell’unità associativa e al tentativo di un’autoriforma vera. La crescita dei consensi del gruppo (di quasi 350 voti) dimostra che la magistratura italiana rifiuta la polarizzazione tra destra e sinistra e rivendica l’importanza di riconoscersi nel modello di magistrato disegnato dalla Costituzione. Rivolgiamo il nostro “in bocca al lupo” ai colleghi eletti di ogni gruppo sicuri che sapranno lavorare, insieme, per il bene della magistratura», si legge nella nota di Unicost. 

Il confronto con il 2020

Nel 2020, Area aveva vinto con 1785 voti e con una lista unitaria insieme a Md. Ora le due componenti separate hanno preso ben di più in termini assoluti: Area da sola ha preso 1805 e Md 1081: sommate sono quasi 2900 voti per il gruppo progressista.

Magistratura indipendente, invece, nel 2020 aveva preso 1648 voti e probabilmente nella cifra di oggi vanno aggiunti i voti del gruppo di Magistratura & Indipendenza fondato da Piercamillo Davigo proprio in scissione con MI, che poi si è dissolto dopo la sua uscita dal Csm e che nel 2020 aveva preso 749 voti.

Anche Unicost è cresciuta, aumentando di circa trecento voti rispetto ai 1212 del 2020.

Crollo invece per Articolo 101, che si era presentato per la prima volta nel 2020 totalizzando 651 voti, di cui oggi perde oltre la metà, nonostante l’aumento dei votanti.

Le liste

I candidati erano in tutto 150 e le liste presentate cinque: Area e Magistratura indipendente le più numerose con 36 candidati, a seguire Unicost con 35 candidati, Magistratura democratica con 33 e infine Articolo 101 con 16. Si è iniziato a votare domenica mattina e i seggi si sono chiusi oggi alle 13.

Pochi i ricandidati rispetto al cdc uscente e nessuno della giunta esecutiva centrale si è ripresentato, lasceranno infatti il presidente Giuseppe Santalucia di Area, il segretario generale Salvatore Casciare di Mi e la vicepresidente Alessandra Maddalena di Unicost.

Tra i candidati noti, Md ha candidato il giudice di Cassazione Marco Patarnello, noto alle cronache dopo che la sua comunicazione nella mailing list dell’Anm contro il governo è stata pubblicata dal quotidiano il Tempo, scatenando polemiche.

ANSA

La giunta unitaria

Vista la delicatissima fase storica per le toghe, con il governo deciso ad approvare la riforma costituzionale della separazione delle carriere, tutti i gruppi hanno auspicato di poter costituire una giunta unitaria, a riprova dell’unità della magistratura.

Nell’ultima assemblea, infatti, il plenum uscente ha dato applicazione al deliberato di dicembre e, con il sì all’emendamento di Md, ha fissato la data dello sciopero contro la riforma per il 27 febbraio.

La data presenta qualche problema: è molto ravvicinata rispetto alla costituzione della nuova giunta esecutiva centrale e lo sforzo di organizzare una mobilitazione su scala nazionale che ha l’imperativo di essere ampia e partecipata è improbo.

Le toghe più moderate, infatti, già stanno ragionando di rinviare la data: il colpo da poter sparare è uno e bisogna che centri il bersaglio e non è lontano dalla memoria lo sciopero del maggio 2022 contro la riforma Cartabia, che contò meno del 50 per cento delle adesioni.

Intanto, unanime è stato il consenso per l’iniziativa di protesta organizzata dall’Anm uscente in tutte le corti d’appello in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, con le toghe che hanno lasciato l’aula al momento in cui ha preso la parola il rappresentante del governo. La partecipazione è stata numerosa e soprattutto trasversale e viene considerata un segnale positivo in vista delle future iniziative.

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