Dopo una settimana di attesa rispetto all’annuncio del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è arrivato il consiglio dei ministri un decreto legge sulle carceri, che dovrebbe quantomeno tamponare l’emergenza in corso in vista dell’estate.

Secondo gli ultimi numeri del Garante dei detenuti, infatti, il sovraffollamento nei penitenziari ha raggiungo il 130 per cento e il numero di suicidi ha toccato quota record 47 dall’inizio dell’anno, praticamente uno ogni due giorni (erano 34 nello stesso mese del 2023).

Il ministro Nordio aveva detto che «il decreto non sarà uno «svuota carceri, nel senso di aprire le porte per diminuire la popolazione carceraria» e subito dopo il via libera in cdm ha parlato di intervento «vasto e strutturale, una visione che dal punto di vista della giustizia è orientata essenzialmente su quella che potremmo chiamare umanizzazione carceraria».

Secondo le anticipazioni, il dl carceri prevede l’istituzione di un albo di comunità che potranno accogliere alcune tipologie di detenuti - come quelli con residuo di pena basso e quelli condannati per alcuni reati - dove potranno scontate il fine pena e fare reinserimento sociale. Si amplia la possibilità di accedere alle misure penali di comunità attraverso l'ingresso in strutture residenziali idonee all'accoglienza, mediante servizi di riqualificazione professionale, riabilitazione dei detenuti tossicodipendenti o con disagio psichico.

Ci sarà uno snellimento delle procedure per la concessione della liberazione anticipata (o di misure alternative) che potrebbe diventare automatica, nel caso di detenuti non problematici. «Non vi sono indulgenze gratuite ma si rende più certa la procedura attraverso cui la liberazione anticipata è posta in esecuzione. Renderemo molto chiaro al detenuto il percorso ed i termini per godere della liberazione anticipata. Ci sarà una specie di 'patto' per metterlo subito al corrente dei suoi diritti e degli sconti che potrebbe ottenere se si comporta bene in carcere», ha spiegato Nordio.

Il provvedimento contiene la previsione di assumere mille nuovi agenti di polizia penitenziaria, cinquecento assunzioni per il 2025 e altre 500 per il 2026.

Inoltre la dotazione organica del personale dirigenziale penitenziario viene aumentata di venti unità. Sarebbe previsto anche l’aumento del numero di telefonate per i detenuti, che passano da 4 a 6 per tutti, tranne che per i detenuti per reati ostativi al 4bis.

Dalla giustizia riparativa prevista dalla riforma Cartabia, invece, vengono esplicitamente esclusi i detenuti al 41 bis.

Nel dl, inoltre, si rinvia di un anno l'entrata in vigore del Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie, in origine prevista per ottobre 2024 dalla riforma Cartabia.

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