Il Foglio ha pubblicato quello che definisce un «colloquio informale» con il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, le cui parole smontano la riforma della separazione delle carriere e aprono una questione politica dentro via Arenula. In settimana ha avuto spazio ancora lo scontro, dai contorni inediti, tra il governo e la Corte di Cassazione
Care lettrici, cari lettori
il dibattito che più ha avuto spazio nel corso della settimana ha riguardato lo scontro, dai contorni inediti, tra il governo e la Corte di Cassazione, con la prima presidente Margherita Cassano che è intervenuta come abbiamo raccontato nella scorsa newsletter.
Su questo propongo due commenti di peso, che spiegano le ragioni del perché un tale attacco alla Suprema corte esponga il sistema a sollecitazioni che ne minacciano le fondamenta democratiche. L’ex presidente di Sezione della Cassazione Gabriella Luccioli ha scritto una lettera aperta al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sottolineando la problematicità delle sue dichiarazioni, mentre il giurista Glauco Giostra spiega i rischi di questo atteggiamento da parte del governo.
In giornata, invece, al centro dell'agenda ci sono state le clamorose dichiarazioni del sottosegretario Andrea Delmastro, che in un colloquio al Foglio ha contestato apertamente la separazione delle carriere.
Per tornare ad esaminare i problemi della giustizia quotidiana, propongo un mio approfondimento in materia di geografia giudiziaria: il governo sta lavorando a una proposta di revisione e le novità saranno rilevanti, con la riapertura di alcuni tribunali chiusi con la riforma del 2012.
I tempi della separazione delle carriere
A metà aprile la riforma della separazione delle carriere sarà in Aula al Senato, poi ci saranno gli altri passaggi per arrivare al referendum nella primavera del 2026: è questa la 'road map' stabilita dal vertice di maggioranza.
il nuovo caso Delmastro
Il Foglio ha pubblicato quello che definisce un «colloquio informale» con il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, le cui parole smontano la riforma della separazione delle carriere e aprono una questione politica dentro via Arenula.
Secondo il Foglio, Delmastro ha detto che «dare ai pubblici ministeri un proprio Csm è un errore strategico che, per eterogenesi dei fini, si rivolterà contro. I pm, prima di divorare i politici, andranno a divorare i giudici. L’unica cosa figa della riforma è il sorteggio dei togati al Csm, basta». Ancora, secondo Delmastro «c’è un rischio nel doppio Csm. O si va fino in fondo e si porta il pm sotto l’esecutivo, come avviene in tanti paesi, oppure gli si toglie il potere di impulso sulle indagini. Ma dare un Csm al pm è un errore».
Parole pesantissime, soprattutto alla luce del vertice di maggioranza di questa settimana, in cui la linea emersa è stata quella di «Agire compatti ed evitare, riguardo ai vari provvedimenti, fughe in avanti sul tema della Giustizia, cercando di scongiurare un ulteriore innalzamento dei toni su alcuni argomenti».
Dopo qualche ora dalla pubblicazione della notizia, il sottosegretario ha divulgato una nota in cui ha scritto che «un articolo di giornale ha esasperato il significato dei ragionamenti che ho fatto, nel corso di un colloquio informale, sulla riforma della giustizia. Approfitto della circostanza per precisare, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quanto segue. Ribadisco che l’impianto della riforma è ottimo, ribadisco che nella maggioranza c’è assoluta condivisione delle misure messe in campo.
Ribadisco che proseguiremo speditamente per approvare la riforma il prima possibile.
Ribadisco che grazie al sorteggio e all’alta corte disciplinare ci sarà una vera indipendenza della magistratura dalla politica, perché questa ne rimarrà finalmente fuori. Ho argomentato che in fase di stesura della riforma c’era un confronto fra due opzioni, quella con un CSM unico e quella con due, ognuna delle due con vantaggi e svantaggi. La soluzione di approdo, pur nei diversi percorsi argomentativi e nelle sfumature interpretative, è assolutamente condivisa e sostenuta senza tentennamenti da tutto il centrodestra. Ogni altra ricostruzione è una forzata distorsione della realtà».
La posizione sulla riforma di Articolo 101
«Non ci uniremo allo sterile strepitio del 'no a tutto'. La nostra posizione, da oggi e per il futuro, sarà di favore alla riforma nell'esclusiva parte in cui essa prevede l'introduzione del sorteggio dei consiglieri superiori», è la posizione dei rappresentanti di ArticoloCentoUno nel Comitato direttivo centrale dell'Associazione nazionale dei magistrati (Anm) Andrea Reale e Natalia Ceccarelli dopo la riunione del Cdc.
Articolo 101 ha stigmatizzato il fatto di essere stata esclusa la sua presenza dalla delegazione a palazzo Chigi: «Trattasi, indubbiamente, di un segnale che va in controtendenza rispetto all'apertura espressa dal presidente Parodi nell'immediatezza del suo insediamento, e che costituisce, a nostro avviso, un ulteriore balzello da versare in nome della 'Contro unità associativa'». Inoltre i due esponenti contestano anche la controproposta in 8 punti presentati a Meloni, «non pertinenti all'oggetto del confronto, non precedentemente condivisi con il Comitato direttivo centrale».
Le Camere civili favorevoli
L'Unione Nazionale delle Camere Civili, in un comunicato, ha scritto che «È fisiologico che esista una certa tensione tra politica e giustizia, la quale, anzi, rappresenta un segnale di sano equilibrio istituzionale» ma l’avvocatura civile «conferma la propria posizione favorevole alla separazione delle carriere, misura che ritiene funzionale a rafforzare l'autonomia e l'imparzialità della giurisdizione. L'Unione Nazionale delle Camere Civili continuerà a sostenere il confronto tra Avvocatura e Magistratura».
Pratica a tutela della Cassazione
Tutti i consiglieri togati del Csm e i tre consiglieri laici di minoranza hanno sottoscritto una richiesta di apertura di pratica a tutela dell’indipendenza e del prestigio delle Sezioni unite civili della Cassazione, alla luce degli attacchi del governo.
«Le espressioni utilizzate adombrano – in maniera falsa e inaccettabile – un asservimento della funzione di legittimità a interessi esterni alla giurisdizione orientati ad imporre un determinato orientamento politico al governo italiano», si legge nella richiesta.
A mancare sono state invece le firme dei laici di centrodestra.
L’Unione camere penali sul caso Diciotti
In seguito agli attacchi alle Sezioni unite della Cassazione, una parte della magistratura aveva stigmatizzato il silenzio dei penalisti. Due giorni dopo il giorno della notizia, la Giunta dell’Unione camere penali ha pubblicato una nota in cui scrive: «L’autonomia e l'indipendenza della funzione giudiziaria vanno garantite, tutelate e difese non solo in quanto principi costituzionali ma anche nell'esercizio quotidiano della giurisdizione. La critica e il dissenso rappresentano il fondamento di ogni confronto democratico, ma incontinenti aggressioni verbali che esulano del tutto dal merito tecnico delle decisioni giudiziarie, costituiscono una grave lesione all'immagine stessa della giurisdizione».
La riforma delle intercettazioni
La maggioranza va avanti con il pdl sulle intercettazioni alla Camera e manca poco al voto finale sul testo già votato in Senato. La riforma prevede che «le intercettazioni non possono avere una durata complessiva superiore a quarantacinque giorni, salvo che l'assoluta indispensabilità delle operazioni per una durata superiore sia giustificata dall'emergere di elementi specifici e concreti, che devono essere oggetto di espressa motivazione».
Contrarie tutte le opposizioni e anche l’Anm ha espresso i suoi rilievi critici.
«Dopo l'abolizione del reato di abuso di ufficio, la nuova disciplina sulle intercettazioni determina il rischio di creare ulteriori sacche di impunità», è la posizione del vicepresidente dell'Associazione nazionale magistrati Marcello De Chiara. «Non si è dato alcun rilievo al dato esperienziale in base al quale, nel periodo prossimo alla commissione del reato, i soggetti che delinquono fanno un uso sempre più accorto del mezzo telefonico o utilizzano strumenti di comunicazione più sofisticati». E «limitando la durata delle intercettazioni a 45 giorni per tutti i reati comuni, indipendentemente dalla loro gravità, lo Stato rinuncia ad acquisire elementi che possono essere indispensabili per il contrasto ai reati contro soggetti vulnerabili ed ai reati contro la pubblica amministrazione».
i tribunali abruzzesi
Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha convocato una riunione per affrontare il futuro dei tribunali di Lanciano e Vasto, in provincia di Chieti, di Sulmona e Avezzano in provincia dell'Aquila, accogliendo la richiesta del Coordinamento per la Salvaguardia dei 4 Tribunali abruzzesi risparmiati dalla riforma Severino che ha portato alla soppressione dei tribunali in sedi diverse dai capoluoghi. Nell'incontro sono state delineate le strategie per la difesa e il mantenimento dei presidi di Giustizia nei territori. «È necessario un impegno unitario per scongiurare la chiusura e garantire ai cittadini un servizio essenziale e per questo coinvolgerò Parlamento e Governo nazionale. - ha aggiunto il governatore regionale - Continueremo a portare avanti una battaglia condivisa, affinché venga riconosciuta la specificità del nostro territorio e il valore strategico di questi presidi di Giustizia».
Le carceri
Il commissario straordinario all’edilizia carceraria sta lavorando «al rinnovamento di tutto ciò che è stato ereditato da noi, e alla predisposizione di nuovi padiglioni che consentiranno in due anni di avere 7.000-8.000 posti in più» e «sono oltre 236 milioni di euro quelli che erano stati destinati grazie all'operazione che non è solo del ministero della Giustizia ma vede coinvolto anche il Mit», ha detto il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari.
In settimana, poi, arriverà alla Camera la discussione sulle condizioni delle carceri. «Sono mesi che il PD parla di una situazione di emergenza non più sostenibile: sovraffollamento, condizioni disumani per persone private dei loro diritti e mancanza di operatori sono solo alcune della gravi carenze delle carceri in Italia. Ora è il momento che il governo agisca e prenda in esame le proposte delle opposizioni presentate nelle diverse mozioni parlamentari», ha scritto Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico. «Non bastano nuove norme che autorizzano la realizzazione di ulteriori spazi di detenzione o nuove pene. Occorre rimettere al centro della politica il tema della rieducazione civica nei nostri penitenziari: se il carcere non fa anche questo, il carcere non serve a niente e peggiorerà le condizioni dei detenuti».
Ancora malfunzionamenti della APP
«Ancora oggi l'APP per il processo penale telematico non funziona in gran parte d'Italia. Un danno enorme per i tempi della Giustizia, quindi per i cittadini. E fra poco più di due settimane APP diventerà obbligatoria anche per la iscrizione delle notizie di reato. La Giustizia ha bisogno di investimenti. Investimenti necessari. Il ministero ha il compito di garantire le risorse per il funzionamento del sistema. Dovrebbe essere la sua priorità. Evidentemente non è così», si legge nel comunicato dell’Associazione nazionale magistrati. La situazione si era mostrata critica sin dalla prima implementazione dell’APP.
Nomine al Csm
Uffici direttivi:
Presidente corte appello Potenza: nominata Gabriella Reillo, attualmente consigliere corte appello Catanzaro
Presidente tribunale Pistoia: nominato Stefano Billet, attualmente presidente sezione tribunale Pistoia
Procuratore Cassino: nominato Carlo Fucci, attualmente procuratore Isernia
Uffici semidirettivi:
Presidente sezione corte appello Roma: nominata Annamaria Pazienza, attualmente presidente sezione tribunale Roma
Presidente sezione tribunale Venezia: nominato Marco Campagnolo, attualmente consigliere corte appello Venezia
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