- I fondi europei della Next Generation possono innovare in Italia la giustizia civile, che è stata considerata tra le priorità soprattutto sul fronte della velocizzazione.
- Key–concept è avvicinare i tempi delle risposte di giustizia alle migliori performance europee, favorendo prototipi capaci di incentivare sensibilità e cooperazione fra operatori e meritare la considerazione dell’utenza.
- Giustizia partecipata e giustizia predittiva: una combinazione che passa dalla scia digitale delle proposte ex art 185 bis cpc, alla rilevazione informatica dei loro esiti fino alla rinnovata formazione dei professionisti.
Arriva il giorno in cui fare i conti. L’Europa, per voce della Cepej (European Commission for the Efficiency of Justice), chiede agli Stati membri di misurare la durata dei processi civili e il peso di quelli pendenti. Le risposte raccolte dalle statistiche finiscono nella pagella-sharepoint, dove l’Italia è fanalino di coda.
Intuibili le pesanti ricadute di natura socio-economiche: i tempi e costi del problema giustizia allontanano dal nostro Paese investimenti esteri.
Sui conti soffia finanche l’emergenza sanitaria COVID. La politica giudiziaria deve fare in fretta e il Recovery Fund è la svolta. Da dove incominciare?
Riformare la giustizia civile italiana coinvolge alcune macro-quantità:
- Integrare risorse umane (magistrati, cancellieri, funzionari informatici) con l’hardware in dotazione e sistemi informatici di gestione delle attività giudiziarie;
- Affinare il tracciamento e l’analisi statistica in entrata e uscita dei processi civili;
- Elaborare il rapporto fra costi e benefici collettivi pubblicando documenti valutativi e previsioni programmatiche, per riconoscere, nella sequenza dei dati, la bontà di un metodo di lavoro e diffonderlo;
- Velocizzare le interlocuzioni propositive fra uffici territoriali e stanze apicali (CSM, compartimenti ministeriali, Istituzioni Europee) con piattaforme digitali e programmi interattivi, rendendo oggettivi e visibili i risultati delle spinte innovatrici, da incentivare con “premi performance” e avanzamenti professionali;
Eliminare i tempi morti è coerente con la moderna “digitalizzazione” della Giustizia.
Per logica dovrà dotarsi ogni ufficio di un rafforzato servizio di assistenza informatica in loco, assicurarsi la capacità dialogante dei magistrati con il sistema informatico, promuoversi una rete formativa omogenea che radichi collaborazioni fra gli attori professionisti della giurisdizione.
Fra idee e progetti, avanza un prototipo di giustizia predittiva.
La buona prassi conciliativa barese trova nella banca dati conciliativa (BDDC), navigabile sui siti web giudiziari, utilità proprie della visione predittiva applicata al processo civile ed alle sue formule gestorie alternative alla sentenza, utilità condivise con l’avvocatura, i CTU e i tirocinanti.
La predittività entra negli uffici, facilita lo screening delle cause e l’analisi dello storico dei fascicoli nel PCT con schemi puntati di giurisprudenza consolidata, traducendo i nodi controversi in soluzioni di giustizia riconosciute nell’ufficio e offrendo al giudice abilità nel motivare proposte conciliative.
Mettere in equilibrio – come consente l’art. 185 bis cpc - i due piatti della bilancia, l’economia (circolare) e la pace (dei litiganti), è il modo per anticipare all’utenza gli esiti definitori della lite, soddisfacendo aspettative non aggiudicative, con una velocità misurata e analizzata (report e grafici) dalle eccellenze informatiche del CISIA e con una rete formativa SSM che lo diffonde ovunque come metodo organizzativo performante.
Lavoro attivo su cui accelerare.
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