Dopo un lungo dibattito in plenum, il Consiglio superiore della magistratura è arrivato al voto sulle nuove nomine per i sostituti in Procura nazionale antimafia, retta da Gianni Melillo.

Alla fine il voto ha portato a otto candidati con la stessa valutazione, mentre i posti vacanti sono sette. Per questo la pratica è tornata in commissione per il coordinamento della motivazione e a prevalere dovrebbe essere il magistrato con la maggiore anzianità.

Sul tavolo del consiglio le proposte erano due, con cinque nomi votati all’unanimità da tutti i membri in Terza commissione e poi al plenum e altri due nomi invece diversi fatti dai gruppi di lavoro.

I nuovi sostituti

I nomi a parimerito di valutazione sono stati quelli di Ida Teresi, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Paolo Sirleo, sostituto procuratore della Repubblica a Catanzaro, Antonio De Bernardo, pm a Catanzaro, Federico Perrone Capano, sostituto procuratore a Bari e Stefano Luciani, sostituto procuratore a Roma – sostenuti all’unanimità; quelli di Eugenio Albamonte, sostituto procuratore a Roma, e Antonella Fratello, sostituto procuratore a Napoli indicati invece nella proposta A (votata da Area e Magistratura indipendente) e quello di Giovanni Musarò, sostituto procuratore a Roma, indicato nella proposta B che invece aveva il sostegno di Unicost.

La decisione dovrà essere confermata dalla Terza commissione, tuttavia secondo un criterio di anzianità di servizio a rimanere fuori dai sette sarà Stefano Luciani.

I nuovi membri della direzione nazionale antimafia saranno quindi Teresi, Sirleo, De Bernardo, Perrone Capano, Albamonte, Fratello e Musarò.

Tutti i nomi sono di grande profilo, in particolare Ida Teresi che ha istruito i processi al gotha della malavita campana, l’alleanza di Secondigliano e i Moccia, i signori della camorra.

La votazione

Il confronto in plenum è stato molto acceso e si è in parte ribaltato rispetto ai pronostici della vigilia. Il plenum si è espresso in favore della massima valutazione di Albamonte - il pm esperto di antiterrorismo che è una delle competenze della nuova procura nazionale antimafia - con 15 favorevoli, 13 contrari e un astenuto; Fratello invece ha ottenuto 21 voti favorevoli, 7 contrari e un astenuto. In questo modo sono passati entrambi i candidati della proposta A.

Nei confronti di Albamonte – ex segretario del gruppo di Area – la critica mossa è stata l’assenza di un incarico in Direzione distrettuale antimafia ma solo di applicazione per la trattazione, in fase di indagini e di successivo giudizio, di reati associativi. Il requisito, pur non necessario, è di rilievo nella valutazione.

A sorpresa, il plenum ha dato il massimo punteggio anche a Musarò, il sostituto che seguì il processo Cucchi che portò alla condanna dei carabinieri responsabili e l’inchiesta sui Casamonica, indicato dalla proposta minoritaria, con 17 voti favorevoli, 8 contrari e 4 astenuti.

Gli esiti hanno visto replicarsi, pur in modalità differenti, una convergenza che già era maturata nel voto sul testo unico sulla dirigenza giudiziaria: quella tra le toghe progressiste di Area e quelle conservatrici di Magistratura indipendente.

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