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Cari lettori,
anche questa settimana la guerra in Ucraina ha catalizzato l’attenzione nazionale e internazionale. Per offrire una analisi sempre più accurata, ritroverete in edicola la versione aggiornata del nostro speciale “Scenari”, curato da Dario Fabbri.
Sul fronte della giustizia, il fronte dello scontro è ritornato sul carcere e in particolare sulla nomina al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria annunciata dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia. Il nome del candidato, il magistrato di Cassazione Carlo Renoldi, ha riacceso lo scontro sul 41 bis e in questa newsletter trovate tutti gli aggiornamenti sul caso.
Quanto alle proposte di lettura e visto l’avvicinarsi dell’8 marzo, questa settimana interviene Giselda Stella, giudice a Reggio Calabria del gruppo associativo Magistratura indipendente, in materia di discriminazione di genere e violenza contro le donne.
Il nuovo direttore del Dap
Dopo il pensionamento di Dino Petralia da capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, il ministero della Giustizia ha indicato il suo successore.
La proposta della ministra della Giustizia, Marta Cartabia, è caduta su Carlo Renoldi, ex magistrato di sorveglianza a Cagliari e oggi giudice della prima sezione penale della Cassazione. Vicino alle toghe progressiste di Magistratura democratica, appena il suo nome è stato reso noto come prossimo vertice del dipartimento più delicato al ministero è subito montata la polemica.
In particolare, sono state estrapolate alcune frasi da una conferenza che ha tenuto a Firenze nel 2020 e che si può riascoltare su Radio Radicale, in cui parlava di riforma del carcere ostativo e di “carcere dei diritti”.
A chiedere alla ministra di ritornare sulla nomina sono stati i sindacati di polizia, Lega, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia, ma dal ministero non sono arrivati segnali di passo indietro.
Lo stesso Renoldi ha inviato una lettera alla ministra per spiegare le sue posizioni e sedare la polemica, ma senza risultati. Non è chiaro se questi contrasti possano avere ripercussioni sul percorso del progetto di legge sull’ergastolo ostativo, che arriverà in aula alla Camera l’8 marzo e che aveva ottenuto il sì anche dell’opposizione, durante il voto in commissione Giustizia.
Le motivazioni sui referendum
La Corte cosituzionale ha depositato le motivazioni della dichiarazione di inammissibilità dei referendum su eutanasia, cannabis e responsabilità diretta dei magistrati.
Le motivazioni erano già state anticipate dal presidente Giuliano Amato nella conferenza stampa successiva alla camera di consiglio, ma ora sono state esposte per iscritto.
In sintesi, emerge come la Corte abbia voluto restringere l’ambito di ammissibilità dei referendum, seguendo la scia delle precedenti sentenze in materia.
Da notare, in particolare, la motivazione di inammissibilità del referendum sulla cannabis, dove la Consulta spiega il problema delle errate indicazioni delle tabelle di riferimento, che prevederebbero anche le cosiddette droghe pesanti.
Riforma dell’ordinamento giudiziario
In settimana si sono svolte le audizioni sul ddl di riforma dell’ordinamento giudiziario, che dovrebbe arrivare in aula alla Camera il 28 marzo.
I rilievi più critici sono arrivati dall’Associazione nazionale magistrati, che hanno riguardato in particolare:
- le “pagelle” ai magistrati: le valutazioni di professionalità con giudizio più articolato (ora è solo positivo, non positivo, negativo) sono considerate un rischio perchè potrebbero generare “ansia di carriera" e incidere sul rapporto con i dirigenti degli uffici. Come ha spiegato il vicepresidente Salvatore Casciaro, attualmente i giudizi servono solo a permettere la normale prosecuzione dell’attività di magistrato ma non a fare una graduatoria sulla base del lavoro.
"Non vogliamo che le valutazioni periodiche di professionalità dei magistrati, che non sono promozioni, siano un momento in cui si vive una competizione, introducono un'ansia competitiva, non c'è bisogno di dare voti sulla capacità del magistrato di organizzare il suo lavoro", ha detto il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia.
- il voto degli avvocati nei consigli giudiziari: “gli avvocati sono dal 1958 all’interno del Csm e saranno, secondo la previsione degli emendamenti governativi, all’interno dell’ufficio studi del Csm, con sospensione delle funzioni. Tale sospensione non avviene però all’interno dei distretti giudiziari. Quindi, nel piccolo distretto, le ragioni della conflittualità potrebbero non essere sopite da questo meccanismo", ha detto Santalucia.
- “porte girevoli”: “si tratta di un sistema che presenta profili di indubbia criticità verso i parametri costituzionali che assicurano al magistrato di mantenere il suo posto di lavoro”, hanno detto i rappresentanti dell’Anm in audizione.
Giustizia al sud
La commissione interministeriale per la Giustizia del Sud ha fissato gli obiettivi per il 2023:
- la "digitalizzazione dei servizi" anche attraverso la creazione di tribunali smart, la costruzione di una "banca dati nazionale della giurisprudenza di merito civile",
- interventi strutturali da attuare in distretti strategici, come Napoli e Reggio Calabria,
- arginare l'alto turnover dei magistrati al Sud
"L'attuazione del Pnrr ci spinge a un cambiamento di metodo nell'organizzazione del lavoro, con obiettivi a lungo termine e verifiche costanti", ha detto la ministra Cartabia.
Anno giudiziario in Corte dei conti
Il 1 marzo la Corte dei Conti ha inaugurato il suo anno giudiziario. Il presidente, Guido Carlino, ha detto che "dopo una fase particolarmente critica" l'Italia "comincia a muovere i primi passi verso la ripresa", seppur in uno scenario "caratterizzato dal perdurare di incertezze".
In merito al lavoro della magistratura contabile, ha ricordato che 'L'entrata in vigore della legislazione cosiddetta emergenziale ha prodotto mutamenti nella definizione dell'elemento psicologico della responsabilità amministrativa, con particolare riguardo alla qualificazione del dolo in chiave penalistica e non piu' civilistica, e nella limitazione della colpa grave alle sole condotte omissive”. Ma, secondo Carlino, questa limitazione “non risulta coerente con il diritto dell'Unione europea e con i valori espressi dalla Carta costituzionale e comporta il rischio concreto di un complessivo abbassamento della soglia di "attenzione amministrativa" per l'oculata gestione delle risorse pubbliche”.
Andrebbe infatti rafforzato il sistema dei "controlli esterni e interni", "mediante strumenti che consentano di intercettare in modo tempestivo i fenomeni di distrazione, sprechi, mala gestio delle risorse pubbliche".
Quanto ai numeri, il procuratore generale Angelo Canale ha detto che “nel 2021 le procure regionali presso le sezioni regionali della Corte dei conti, pur con le difficoltà legate alle limitazioni imposte dall'emergenza pandemica, hanno promosso, nel complesso, circa un migliaio di giudizi di responsabilità, con richieste risarcitorie per circa 750 milioni di euro. Nel medesimo periodo, grazie ai riti speciali introdotti con il Codice di giustizia contabile, comportanti la definizione alternativa del giudizio mediante il pagamento di una somma, sono stati recuperati oltre 17 milioni di euro”.
Caso dell’avvocato Armando Veneto
L'avvocato calabrese Armando Veneto, di 86 anni, ex deputato e parlamentare europeo dell'Udeur, è stato condannato a 6 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione in atti giudiziari aggravata dalle modalità mafiose.
La condanna in primo grado, a conclusione del processo con rito abbreviato, è stata emessa dal Gup distrettuale di Catanzaro Matteo Ferrante. I fatti sono risalenti al 2009 e si collegano ad una presunta corruzione nei confronti del giudice del riesame di Reggio Calabria, Giancarlo Giusti, arrestato nel 2012 con l’accusa di corruzione aggravata dalle modalità mafiose.
Secondo i giudici che hanno condannato Veneto, il giudice Giusti avrebbe annullato un’ordinanza di custodia cautelare a carico di due presunti ‘ndranghetisti e sulla decisione avrebbe influito Veneto.
Il giudice, in cambio della revoca del provvedimento restrittivo, avrebbe ricevuto un compenso di 120 mila euro da parte dei due. I fatti erano già stati al centro di una indagine poi archiviata, ma ora ripresa dalla procura antimafia diretta da Nicola Gratteri.
Veneto è tra i più noti penalisti calabresi ed ex presidente dell’Unione camere penali italiane e si è detto assolutamente estraneo ai fatti e pronto a ricorrere in appello. La sua condanna in primo grado ha indignato il foro e in particolare le camere penali, che si sono schierate con lui.
“La condanna dell’Avvocato Armando Veneto ci lascia sgomenti ed increduli. In primo luogo perché è relativa ad una accusa risalente a molti anni fa, già vagliata e di cui era stata annunciata pubblicamente l'archiviazione nel 2014 per la sua manifesta infondatezza. Ma soprattutto perché Armando Veneto è stato ed è un saldo punto di riferimento di tutta l’avvocatura italiana, per qualità professionali e morali”, si legge in una nota della giunta.
Nomine: insediamento del nuovo presidente del Tribunale di Bari, Alfonso Orazio Maria Pappalardo
Fori: L'Ordine degli Avvocati di Taranto ha organizzato un corso di formazione di alta specializzazione la figura professionale dell'Ecoavvocato per la Citta' sostenibile. Un professionista, "in grado di affrontare problematiche di carattere etico, politico, sociale, economico e trattare le tematiche dello sviluppo sostenibile, sia in chiave strettamente giuridica che di approfondimento culturale".
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