La road-map del ministro rischia di scontrarsi con alcune posizioni della maggioranza e anche della premier, in particolare in materia di carcere. Il guardasigilli ha elencato le sue priorità, alcune in linea con chi lo ha preceduto, altre nuove, come la separazione delle carriere, la riforma dell’abuso d’ufficio e la depenalizzazione
La prima settimana del ministro della Giustizia, l’ex magistrato Carlo Nordio, è stata già densa di contenuti da analizzare.
Sul fronte delle priorità, in due interviste al Corriere della Sera e al Messaggero, Nordio ha esposto la sua road-map.
Alcuni elementi ricalcano perfettamente gli indirizzi della ministra uscente, Marta Cartabia, come l’aumento dell’organico sia dei magistrati che del personale amministrativo; l’intervento sullo status dei giudici onorari e la velocizzazione della macchina giustizia, soprattutto nel settore civile.
Il ministro, poi, ha inserito tra i suoi obiettivi anche la depenalizzazione di alcuni reati così da ridurre il numero di procedimenti; la revisione dei reati dell’abuso d’ufficio, così da eliminare la cosiddetta amministrazione difensive a la paura della firma negli amministratori, e del traffico di influenze illecite; l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione; l’introduzione della discrezionalità dell’azione penale; la segretezza e ponderazione nell’uso delle intercettazioni e la separazione delle carriere.
Argomenti, questi, che incontrano il favore di una parte del mondo del centrodestra – soprattutto nella quota liberale di Forza Italia – ma che rischiano di essere difficili da digerire per i più intransigenti in particolare nella Lega e anche nel partito della premier. Non solo, anche il Csm e l’Associazione nazionale magistrati daranno battaglia, in particolare sulla separazione delle carriere.
Nel suo elenco di priorità, invece, non ci sono l’abolizione della legge Severino («non è parte del programma di centrodestra» che se il ministro sarebbe personalmente favorevole) e la reintroduzione dell’immunità parlamentare.
I possibili contrasti
Non tutti questi punti sono compresi nel programma di centrodestra e molto probabilmente potranno generare frizioni all’interno della maggioranza e anche nei rapporti tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e il suo ministro.
I due, infatti, hanno una visione molto distante anche sulla questione delle carceri e soprattutto del carcere ostativo.
Nordio, che pure ha detto che non perseguirà questa linea perchè lontana da quella della maggioranza, è contrario all’ergastolo e nel suo primo convegno all’università di Roma Tre ha detto che «le carceri sono la mia priorità».
Meloni nel suo discorso alle camere ha detto che la strada per ridurre i suicidi in carcere è quello di aumentare il numero di strutture carcerarie, in modo da evitare il sovraffollamento . Inoltre ha definito l’ergastolo ostativo (il “fine pena mai” per detenuti per reati di mafia e terrorismo, nel caso in cui non si siano pentiti) è «uno degli strumenti più efficaci contro il crimine organizzato» e va «tutelato». Mantenerlo con i connotati attuali, però, è impossibile secondo la Corte costituzionale, che con ordinanza lo ha dichiarato incostituzionale ma aveva lasciato tempo al parlamento per riscrivere in modo organico la norma prima di emettere la sentenza. Ora l’onere di intervenire spetterà al prossimo governo e la prossima udienza della corte è fissata per l’8 novembre.
Le nomine
Il ministro è già intervenuto per nominare il suo nuovo capo di Gabinetto: il presidente del tribunale di Vicenza, Alberto Rizzo (toga vicina a Mi, premiato come il massimo organizzatore di un tribunale di media entità) al posto dell’uscente Raffaele Piccirillo.
La sua vice capo di Gabinetto vicaria, invece, è l’ex parlamentare e magistrato Giusy Bartolozzi. Eletta con Forza Italia, passò al misto dopo aver votato contro a un emendamento presentato dal suo partito per cambiare la definizione di pubblico ufficiale e considerato ad personam perchè influenzava il processo Ruby ter, attirandosi così le ire di Marta Fascina.
I sottosegretari
Quanto ai ruoli di sottogoverno, la corsa è un testa a testa difficile. Per viceministro il più quotato è Francesco Paolo Sisto, c’è poi competizione forte in casa Lega, con addirittura tre nomi per i sottosegretari: l’ex presidente della commissione al Senato, Andrea Ostellari, il laico uscente del Csm, Stefano Cavanna o l’ex sottosegretario Jacopo Morrone. Anche FdI starebbe puntando a collocare in via Arenula Andrea Delmastro. La partita, tuttavia, dovrebbe chiudersi lunedì prossimo.
Una nota di colore finale: il primo comunicato di Nordio tradisce la sua grande passione per la storia e il ministro – 75 anni - risponde alle critiche dell’opposizione sull’età alta dei componenti del governo, scrivendo che «il giovane Napoleone fu sconfitto in Russia da Kutuzov, a Waterloo da von Blücher, che avevano il doppio della sua età e che Churchill celebrò la vittoria su Hitler all’età che ho io ora».
© Riproduzione riservata