Che fosse stato predisposto uno sterminio è dimostrato dalla puntuale eliminazione fisica portata a termine nei mesi successivi di quanti erano rimasti fedeli alle due famiglie e potevano rappresentare un pericolo per il nuovo ordine che si andava creando
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è incentrata sul “rapporto 161” di Ninni Cassarà e Francesco Accordino
Contemporaneamente alla scomparsa dei quattro sopra menzionati, appartenenti al clan BONTATE, veniva registrata l'irreperibilità, l'allontanamento e la scomparsa di numerosi adepti del gruppo mafioso di Passo di Rigano.
Si accertava infatti che DI MAGGIO Calogero, INZERILLO Salvatore di Pietro, INZERILLO Giuseppe, INZERILLO Salvatore di Francesco e SEVERINO Vincenzo, tutti sottoposti all'obbligo di presentarsi al Commissariato della Polizia di Stato “Zisa” per i rituali visti, non si erano presentati nel citato Ufficio della Polizia di Stato negli ultimi giorni del mese di maggio millenovecentottantuno.
In particolare DI MAGGIO Calogero aveva apposto l'ultimo "visto" il 25 maggio 1981; INZERRILLO Salvatore di Pietro il 29 maggio 1981; INZERILLO Giuseppe il 25 maggio 1981; INZERILLO Salvatore di Francesco il 28 maggio 1981; SEVERINO Vincenzo il 24 Maggio 1981.
Nel corso degli accertamenti relativi all'allontanamento di tutti i predetti si apprendeva via informale che alcuni di costoro erano stati soppressi e che tra gli uccisi vi era INZERILLO Santo di Giuseppe nato a Palermo il 23 aprile 1946, fratello di INZERILLO Salvatore ucciso il giorno 11 maggio 1981. Gli accertamenti svolti in proposito erano per forza di cose particolarmente difficoltose, non solo per la cortina di silenzio che tutti i familiari del gruppo INZERILLO, DI MAGGIO e GAMBINO opponevano ma, soprattutto, perché l'INZERILLO Santo era latitante per gli stessi reati di cui era imputato il fratello Salvatore. Tuttavia l'istintivo atteggiamento di DI MAGGIO Giuseppa, madre di INZERILLO Santo e sorella di DI MAGGIO Calogero, lasciava pochi dubbi sulla sorte del figlio, visto che la donna, oralmente sentita il 1° giugno 1981, non sapeva trattenere le lacrime.
Nel corso delle indagini si accertò che anche INZERILLO Pietro, INZERILLO Francesco e INZERILLO Rosario, germani di INZERILLO Santo e Salvatore si erano allontanati nello stesso periodo da Palermo. Ciò risulta inconfutabilmente dalle dichiarazioni testimoniali rese da DI MAGGIO Giuseppa, madre dei predetti e da SPATOLA Filippa vedova di INZERILLO Salvatore, in data 4 giugno 1981.
Per quanto attiene alla scomparsa di DI MAGGIO Calogero, sulla cui esistenza in vita si nutrono legittimi dubbi, si rimanda alla segnalazione numero 2624/3 di protocollo datata 10 giugno 1981 del Nucleo Operativo del Gruppo Carabinieri di Palermo e a quella della Squadra Mobile.
Per quanto riguarda l'allontanamento di INZERILLO Salvatore di Pietro, INZERILLO Giuseppe ed INZERILLO Salvatore di Francesco é stato riferito con segnalazione datata 5 giugno 1981 di questa Squadra Mobile, diretta per conoscenza a codesta Procura della Repubblica.
In merito alle numerose scomparse verificatesi nel clan dal 25 maggio 1981 al 29 maggio successivo é da ritenere, sulla scorta di notizie confidenziali poi riscontrate, che molti degli aderenti al clan INZERILLO si siano allontanati da Palermo diretti negli Stati Uni ti a seguito della soppressione di DI MAGGIO Calogero e INZERILLO Santo.
Infatti veniva riferito che i due sopra citati avevano partecipato ad un incontro di chiarimento fissato il 26 maggio 1981 all'interno della Calcestruzzi Palermo S.p.A. ed in tal luogo soppressi; i due si erano recati all'appuntamento portando seco una valigia piena di dollari.
La fonte, personaggio particolarmente vicino alla famiglia INZERILLO, indicava tra le persone che avevano ordito l'inganno i BONURA e i BUSCEMI soc i nella Calcestruzzi Palermo S.p.a., nonché il noto latitante MONTALTO Salvatore, tutte persone ritenute vicine al defunto boss INZERILLO Salvatore. La fondatezza di quanto informalmente recepito aveva ulteriore conforto nel corso delle indagini relative all'uccisione di INZERILLO Salvatore; infatti dalle intercettazioni telefoniche disposte in quel contesto, risultò che l'ingegnere LO PRESTI Ignazio, nell'aggiornare sulla grave situazione palermitana tale "Roberto" che telefonava dal Brasile, lasciava intendere che INZERILLO Santo doveva essere stato ucciso. Inoltre l'uccisione negli U.S.A. di INZERILLO Pietro, fratello di Salvatore conferma che gli adepti più in vista del clan INZERILLO trovarono rifugio nel New Jersej.
I recentissimi episodi criminosi nei quali è rimasto casualmente immischiato il costruttore BONURA Francesco, dimostrano come lo stesso abbia ereditato, unitamente al cognato BUSCEMI Salvatore, i l "bastone" della famiglia di Passo di Rigano tanto che ha ritenuto di dover presiedere alla soppressione di DOMINICI e CHIAZZESE rei, tra l'altro, di non avere adempiuto ai suoi ordini. La contemporaneità nella soppressione dei quattro aderenti al clan BONTATE e di quella dei due esponenti del clan INZERILLO nonché l'identico espediente della riunione promossa, in ambedue i casi, da persone di cui le vittime si fidavano perché appartenenti ai rispettivi clan, evidenziano oggi che già allora esisteva un preciso disegno inteso a decapitare le due più potenti famiglie mafiose, grazie anche ai tradimenti già predisposti dagli stessi ideatori dello sterminio.
Che fosse stato predisposto uno sterminio è dimostrato dalla puntuale eliminazione fisica portata a termine nei mesi successivi di quanti erano rimasti fedeli alle due famiglie e potevano rappresentare un pericolo per il nuovo ordine che si andava creando.
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