- •Giorgia Meloni lavora per aumentare la sua credibilità in campo internazionale.
- •Giorgetti è alle prese con il difficile compito di far quadrare i conti.
- •Salvini per sopravvivere crea problemi a entrambi.
Giorgia Meloni si sente molto gratificata dal fatto di far parte del gruppo dei grandi della Terra, come è avvenuto al G20 di Bali (tra l’altro unica donna tra 20 capi di stato e di governo) e del gruppo di chi conta in Europa.
Giorgia Meloni ha capito che la stabilità del suo governo in Italia dipende dalla credibilità che riuscirà a costruirsi con i suoi rapporti internazionali.
Un vice presidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture, che continua a imporre un’aggressiva politica sui migranti che compromette i rapporti internazionali di Giorgia Meloni e la politica estera del governo, è un vulnus che deve essere eliminato.
Cattive idee
Anche le anticipazioni di Salvini sulla politica del governo hanno già creato non pochi malumori tra i membri del governo stesso.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha chiaramente fatto capire che non sopporta i suggerimenti di Salvini sulla politica economica: flat tax, prepensionamenti, cancellazione delle cartelle esattoriali, abolizione del canone Rai nella bolletta energia.
Su quest’ultima proposta Giorgetti ha già risposto picche. Giorgetti, che conosce bene l’economia, sa che la flat tax è innanzitutto incostituzionale, riduce il gettito fiscale e favorisce gli evasori, come appare chiaramente dalle analisi dell’Istat e di Bankitalia.
Giorgetti sa anche che i prepensionamenti nelle varie forme di 101 o 102 o 104 sono un costo per lo stato perché aumentano il carico pensionistico già elevato in favore di chi esce dal mondo produttivo.
Ê stato inoltre accertato che non è vero che i prepensionamenti favoriscono l’assunzione di giovani perché tra i giovani è difficile reperire le professionalità di chi esce. Meglio tornare alla legge Fornero.
A Bali Giorgetti ha avuto un colloquio con Kristalina Georgeva, direttrice del Fmi, che ha suggerito un uso intelligente dei margini di manovra che ha il nostro governo, considerata la recessione ormai vicina e la politica della Bce che alza i tassi e riduce il sostegno ai titoli di stato, proprio quando noi aumentiamo il deficit e avremo presto bisogno degli investitori internazionali per le emissioni di titoli di stato.
In questo contesto le proposte di Salvini rappresentano spese inutili che il bilancio dello stato non puó permettersi.
Esiste poi un principio di governo, che forse Salvini non conosce, che suggerisce di fare una politica severa e restrittiva nei primi sei mesi di un nuovo governo, soprattutto per migliorare lo stato dell’economia, e allentare invece la pressione negli ultimi sei mesi di governo per essere rieletti.
Quindi ora non è il momento di continuare a fare campagna elettorale come fa Salvini e qualche altro membro del governo.
Lo scopo principale delle azioni di Salvini è quello di apparire nei media per mantenere un alto livello di popolarità, perché anche questo lo protegge dal cartellino rosso.
La forza di Salvini
Ma perché a Salvini è permessa questa politica di scontro? I risultati del 25 settembre hanno mostrato che la Lega è scesa dal 30 per cento del 2018 all’otto per cento di ora. Un altro partito avrebbe cambiato subito il segretario.
Invece i vertici leghisti non hanno avuto il coraggio di rimuovere Salvini perché i parlamentari della Lega eletti nei due rami del parlamento sono legati a lui e solo a lui rispondono.
Per la stessa ragione Meloni sopporta le incursioni di Salvini. I suoi voti sono fondamentali per la tenuta del governo.
Fermate Salvini per una seria azione di governo libera dai ricatti. Lo fermino anche i suoi compagni di partito altrimenti alle prossime elezioni la Lega non raggiungerà il cinque per cento.
© Riproduzione riservata