- Quest’anno le stelle hanno voluto palesarci l’ovvio: quanto a stereotipi di genere, il Carnevale sta all’infanzia come San Valentino sta all’età adulta.
- Il tratto comune nella parata degli stereotipi è il glitter: sulle guance delle fatine rincorse dai supereroi e su quelle delle fatine dell’amore in attesa del loro principe azzurro.
- I dolci sono caratterizzati da una pesantezza fisica e psicologica che è tollerabile (anche se male) solo in questo periodo dell’anno. Ma se ci piacciono comunque impariamo a fare le castagnole.
Se prendete le vostre buste paga e le analizzate con attenzione, noterete la voce ‘’ex festività’’. Mi sono interrogata su cosa stessi effettivamente pagando ai miei dipendenti e ho scoperto che esistono delle feste che un tempo erano giorni rossi sul calendario e, anche se sono state soppresse, se cadono in un giorno lavorativo vanno comunque pagate.
Sono effettivamente feste che noi, wannabe millennials, non conosciamo e non abbiamo mai festeggiato, come il Corpus Domini o il 4 novembre, festa dell’unità nazionale. Allora perché, in questo clima di abolizione delle feste obsolete, non è stata fatta un’opera completa, eliminando due delle feste che inneggiano di più agli stereotipi di genere? Perché l’unità nazionale è meno degna di San Valentino? Giornata rossa per giornata rossa, perché hanno cancellato l’unità nazionale e non San Valentino?
La risposta a questi miei interrogativi è arrivata quest’anno, perché nel 2021 è successa una cosa magica: gli astri si sono ironicamente allineati per far cadere la domenica di Carnevale lo stesso giorno di San Valentino e io non sono sicura che sia una coincidenza. Anzi, sono quasi certa che le stelle quest’anno abbiano voluto palesarci l’ovvio: quanto a stereotipi di genere, il Carnevale sta all’infanzia come San Valentino sta all’età adulta.
Allo scopo di proporre al “parlamanto” (come direbbe Stanis La Rochelle di Boris) la damnatio memoriae di queste due feste, ne vanno analizzate le similitudini.
(TRA)VESTIMENTI
A Carnevale le bambine sfoggiano un trucco casuale e fai da te: la scelta ricade quasi sempre su un ombretto viola-blu allungato fino alle tempie, che a uno sguardo distratto sembra abbiano sbattuto su qualche spigolo. Indossano immancabili gonne di plastica che non hanno superato i test antincendio dell’Ue, anche se il vero attacco d’arte è sempre uno: il glitter. Sui capelli, sulle mani e sui denti.
Nella dinamica del rapporto tra i sessi, il tutto si declina in fatine nascoste sotto cappotti rosa ingombranti che vengono rincorse da bambini troppo sudati, vestiti da supereroi, nascosti sotto scafandri di muscoli di gomma piuma, in una parata di stereotipi di genere.
A dar fondo alle scorte di glitter della profumeria sotto casa, però, non sono state le fatine rosa che lanciano coriandoli, ma un’altra generazione di fate: quelle dell’amore. Anche loro per celebrare San Valentino si cospargono di brillantini sul dècolletè, sui capelli e sui denti, per brillare sfilando per un’altra parata degli stereotipi, ma più privata e che non prevede assembramenti.
Anche in questo caso ritroviamo le stesse gonne di plastica, ma il colore dell’ombretto sempre allungato fino alle tempie stavolta è rosso-dorato, in coordinato con il biglietto di San Valentino che il fidanzato ha fatto recapitare, insieme a un fascio di rose rosse con porporina, sempre rossa, e che recita, scomodando Pasolini: «T’insegneranno a non splendere, e tu splendi invece’», e per splendere si sa, bisogna cospargersi di glitter.
Nel frattempo, nelle loro camerette tappezzate da poster del capitano Francesco Totti, un’altra squadra di supereroi si sta travestendo a San Valentino, i fidanzati gentlemen, indossano una camicia cangiante viola e gialla che non nasconde le 20 ore settimanali passate in palestra, in sostituzione dei muscoli di gommapiuma. Lo stile principe dei sogni si completa con gilet rosso, ritocco alla rasatura venti minuti prima dell’appuntamento; calzini a scacchi. Ansia da prestazione e sudore sempre presenti. Ma Willy Wonka era un supereroe? Non mi ricordo. Tuttavia a Carnevale, così come a San Valentino ogni accostamento cromatico improbabile viene legittimato da non so quale irresponsabile autorità indipendente degli outfit.
L’unica fortuna di questo periodo di pandemia è che la sera è tutto chiuso e i gentlemen non possono provare la delusione di farsi rifiutare dai ristoranti pieni con vista Colosseo e piano bar, dunque l’unica alternativa rimasta è andare a casa della loro fata. Così l’amore diventa ancora di più una questione privata, anche se la sfilata con pacco di Baci Perugina e peluche infiammabile ancora non siamo riusciti a vietarla in qualcuno di questi Dpcm.
I DOLCI PESANTI
I dolci di Carnevale, così come quelli di San Valentino, sono caratterizzati da una pesantezza fisica e psicologica che, ringraziando sempre il cielo, è tollerabile (anche se male) solo in questo periodo dell’anno.
Le pasticcerie e i bar di quartiere si trasformano in una fabbrica di fritti e di cuori. Sono consentite, anche nelle pasticcerie di livello, torte moderne a forma di cuore con glasse a specchio rosse che riflettono tutto, compreso il circo a cui assistiamo in questo giorno. Tutto è decorato con rose rosse di zucchero e di glitter, frasi che inneggiano al “noi, nient’altro che noi, solo noi”. Ma mi raccomando cari gentlemen: niente telefono sul tavolo, non sia mai si vedesse l’anteprima di Mimmo Calcetto che scrive: “Ciao amore, mi dispiace che tu stia male, avevo pensato a una cenetta perfetta per noi, riguardati”. Qui la maschera da cervo/cerva a primavera, esiste comunque, fa la sua parata e si vede solo se la guardi con gli occhi di un altro.
Non so se vi ho convinti ad abolire in un colpo solo Carnevale e San Valentino, fidanzatini del mio cuore. Sono sicura, però, che adesso guarderete la busta paga con più attenzione, spegnendo gli occhi del cuore e leggendola con la consapevolezza che San Valentino è solo una carnevalata.
Sarebbe più giusto rendere la celebrazione di queste due feste una questione quotidiana e più credibile: amarsi di meno, impazzire di meno, ma tutti i giorni. Così possiamo evitare di aprire le gabbie della frustrazione in un unico ed esagerato giorno.
Ora che avete imparato a leggere tra le righe, sappiate che ogni bigliettino con scritto: «Quero fazer contigo o que a primavera faz com as cerejeiras», in realtà andrebbe sostituito da una frase più onesta: «Ti va di venire a cena a casa mia mangiamo le castagnole e facciamo l’amore, poi domani vediamo?’».
A questo punto - se ancora per quest’anno non ve la sentite di dimenticare le due feste più di dubbio gusto di tutto il calendario – vi propongo una ricetta romantica ma sempre onesta, se proprio vi viene voglia di castagnole.
Per fare le castagnole
- 500 g di farina
- 200 g di zucchero semolato
- 5 uova
- 5 g di sale
- 180 g di burro fuso
- 110 g di latte intero
- 10 g di lievito chimico per dolci
- Aromi a scelta fra vaniglia, limone grattugiato o spremuta di cuore del vostro partner.
Inoltre se volete prendere due piccioni con una fava, le potete anche fare rosse, glitter, preparando una bagna all’alchermes dove le tufferete per un breve momento d’amore:
- 100 g d’acqua
- 6/7 cucchiai di Alchermes
- 40 g di zucchero
Procedimento:
Per la bagna all’Alchermes fate bollire per un breve momento tutto insieme e fate raffreddare.
Montate uova, zucchero e sale per circa 12/13 minuti a velocità media; fate sciogliere il burro con gli aromi e inserite a filo il burro fuso che, ovviamente, deve essere tiepido, non bollente, altrimenti frittata assicurata e presagio certo della notte di San Valentino che vi state apprestando a passare.
Delicatamente, versate la farina setacciata con il lievito nel composto di burro e uova. Versate il latte a temperatura ambiente fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.
Fate lievitare l’impasto per due ore, coperto da pellicola trasparente, a temperatura ambiente. Friggete con olio di semi di arachidi a circa 175/180 gradi. Se volete tuffatele nella bagna all’Alchermes. Poi, se avete ancora le forze, fate l’amore.
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