- Per mettersi alle spalle l'errore, Renzi scava ancor di più la buca in cui s'è infilato; non solo conferma d'apprezzare il regime wahabita e i bassi costi di una forza lavoro sfruttata ai limiti della schiavitù.
- Renzi è padrone sì dei suoi atti, ma ne risponde al paese; non tiri in ballo la politica estera, che nessuno gli ha appaltato.
- Egli mantiene ottimi rapporti con Mbs pur conoscendo il rapporto ufficiale sul barbaro omicidio di Khashoggi. E continuare a ritenere Mbs un amico è roba da stomaci forti.
Tutti facciamo errori, grandi o piccoli, prima lo capiamo, meglio è. La cancelliera tedesca Angela Merkel s'è appena scusata per l'errore commesso imponendo le chiusure pasquali poi ritirate. Viene in mente l'errore del premier del Regno Unito, Tony Blair, che aderì all'avventura irachena di George W. Bush «per non lasciar solo un amico nelle difficoltà».
Dopo un numero altissimo di morti, e avendo precipitato nel caos delle liti religiose una regione che fino ad allora ne era relativamente indenne, Blair ha chiesto scusa.
Dovrebbe tenerne conto Matteo Renzi uomo politico tuttora attivo (per alcuni troppo), che spesso richiama l'esempio di Blair, divenuto però conferenziere dopo la carriera politica.
Certo, non è altrettanto grave dirsi amico di Mohammed Bin Salman (Mbs), accusato apertamente dagli Usa di essere mandante dell'omicidio di Jamal Khashoggi, reo d'aver scritto sul Washington Post articoli critici su come Mbs sta attuando il “rinascimento saudita”. Omicidio efferato per il luogo (il consolato saudita di Istanbul, ove egli doveva ritirare documenti), le modalità dell'esecuzione, perfino per come s'è disposto del cadavere, mai trovato. Il tutto è noto solo per le microspie gentilmente piazzate dalla Turchia nei locali.
Per mettersi alle spalle l'errore, Renzi scava ancor di più la buca in cui s'è infilato; non solo conferma d'apprezzare il regime wahabita e i bassi costi di una forza lavoro sfruttata ai limiti della schiavitù.
Tace sulle donne ingiustamente in galera e anche, pur essendo nemico del “giustizialismo”, sui miliardi estorti senza processo agli oligarchi sauditi da Mbs, che li ha rinchiusi nella prigione dorata del Ritz di Ryiad e liberati solo dopo il pagamento di un congruo riscatto.
A chi obietta che gli Stati Uniti hanno scaricato Mbs, egli risponde che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha sanzionato altri sauditi, non Mbs. «Mi fido più di Biden che di voi», dice ai cronisti.
È un errore, senatore Renzi, e blu; xè pezo el tacon del buso. Gli Stati Uniti hanno chiarito il perché di questa scelta; Mbs è vicario del padre Salman, re e primo ministro dell'Arabia Saudita, loro alleato storico. Sanzionare anche Mbs avrebbe comportato la formale rottura dell'alleanza, prezzo che Biden ha ritenuto evidentemente troppo salato da pagare.
È la scelta di politica estera di una grande potenza, frutto di un travaglio interno che è stato fatto trapelare.
Ben diverso il ruolo del senatore Renzi, padrone sì dei suoi atti, ma che ne risponde al paese; non tiri in ballo la politica estera, che nessuno gli ha appaltato.
Egli mantiene ottimi rapporti con Mbs pur conoscendo il rapporto ufficiale sul barbaro omicidio di Khashoggi. E continuare a ritenere Mbs un amico è roba da stomaci forti.
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