- Coprendo Donzelli e Delmastro, il governo e la maggioranza non soltanto minano le fondamenta della democrazia liberale. Ma mettono in pericolo anche la lotta al terrorismo e alla mafia.
- Puntano cioè a dividere, e indebolire, i rappresentanti delle istituzioni nella lotta contro la mafia e il terrorismo, spezzando un fronte che invece deve restare unito.
- La gravità di quello che sta succedendo è enorme e non può essere sottovalutata da nessuno. È necessario che ci sia la massima unità di tutte le forze di opposizione, per richiamare innanzitutto Nordio e Meloni alle loro responsabilità.
La maggioranza e il governo, utilizzando la lotta alla mafia e al terrorismo per intimidire e attaccare in modo improprio l’opposizione, non soltanto minano le fondamenta della democrazia liberale. Ma, ed è altrettanto grave, mettono in pericolo la stessa lotta al terrorismo e alla mafia.
Intanto, perché il deputato Donzelli nel suo intervento ha divulgato a tutti gli italiani informazioni riservate sulle strategie dei mafiosi. Ma poi, soprattutto, perché con quest’attacco la maggioranza punta a dividere i rappresentanti delle istituzioni.
Punta a spezzare un fronte che deve essere unito, e tale è sempre stato infatti nella sostanza negli ultimi decenni, non a caso: il fronte dello stato italiano, della repubblica democratica, nella sua risposta a minacce mortali come il terrorismo e la mafia.
Accusare esponenti del Partito democratico di sostanziale complicità con ambienti terroristici o mafiosi, o con le loro strategie, e farlo dai banchi del parlamento, vuol dire non solo cercare di utilizzare le informazioni di cui il governo è in possesso per intimidire i parlamentari dell’opposizione; ma vuol dire anche delegittimare, proprio nella lotta alla mafia e al terrorismo, un partito che rappresenta oggi la maggiore forza di opposizione in parlamento e governa in Italia la maggior parte delle amministrazioni locali e diverse importanti regioni.
Questo è il senso, duplice, dell’attacco di Donzelli. Un attacco che è stato sostanzialmente coperto, finora, tanto dal ministro Nordio quanto dalla premier Meloni.
La gravità di quello che sta succedendo è enorme e non può essere sottovalutata da nessuno. La destra al governo, l’estrema destra, sta non soltanto deragliando dai binari della democrazia liberale. Ma lo sta facendo sul terreno peggiore, più subdolo e più pericoloso, quello in cui sarebbe necessaria la massima unità di tutte e tutti. Questo nemmeno i più pessimisti e critici, come chi scrive, l’avevano finora immaginato.
Per questo è necessario innanzitutto che ci sia la massima unità di tutte le forze di opposizione. Un’unità organica, e non episodica, adeguata alla minaccia che questa destra rappresenta.
Nell’immediato, questo fronte unito deve chiedere con forza le dimissioni di Donzelli da vicepresidente del Copasir, e di Delmastro da sottosegretario alla Giustizia. Bisogna insistere su questa richiesta, puntando a dividere la maggioranza: le dichiarazioni e i comportamenti di Donzelli e di Delmastro non possono infatti essere ricondotti a infortuni o episodi riprovevoli, fin quando vengono coperti dal resto della coalizione. Fin quando i due rimangono al loro posto.
Proprio l’acquiescenza del governo, di Nordio e Meloni, sta infatti diventando il secondo, enorme scandalo. Se ci sono ancora tra le forze di maggioranza delle persone responsabili e intellettualmente oneste, ebbene, è questo il momento di uscire allo scoperto.
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