Quando sono giovani i secchioni e i nerd hanno le loro brave difficoltà, quando invecchiano magari diventano pure di successo (ma non spesso), e a prescindere dal successo mantengono una serie di paure. Qualche raccomandazione
Il secchione, secondo il vocabolario Treccani, è anzitutto un secchio di grandi dimensioni. E questo ci fa piacere, fa piacere il modo in cui Treccani dice sempre anzitutto le cose come stanno: le cose materiali. «Nell’industria metallurgica, secchione di colata, sinonimo di siviera». Ma anche: «Nelle costruzioni civili, recipiente usato per il trasporto del calcestruzzo».
C’è però poi l’uso figurato, che Treccani definisce dispregiativo o scherzoso. «Nel gergo studentesco, alunno (e, nel femminile secchiona, alunna) che, anche senza avere capacità eccezionali, raggiunge tuttavia risultati discreti o addirittura buoni applicandosi allo studio con ostinata diligenza».
Talvolta la parola viene tradotta in inglese con “nerd”, ma nerd è in realtà un concetto diverso. Di norma, nerd indica una persona (soprattutto di sesso maschile, anche se da un po’ le cose stanno cambiando) che non è canonicamente attraente e fa fatica a comportarsi in società, e che ha interessi molto specifici e una preparazione approfondita in un campo. Per esempio un nerd dei computer, secondo lo stereotipo, è la persona timida, con gli occhiali spessi, che sa tutto di tecnologia. Ma insomma credo che sappiate pure voi cos’è il nerd convenzionale.
Due modelli diversi
La differenza fra il concetto di nerd e secchione è significativa. Il secchione non ha capacità eccezionali e studia tantissimo per andare bene a scuola. Il nerd vive nel suo mondo, magari non va neanche bene a scuola, ma sa tutto di – non so – biologia marina, e in quel campo ha capacità eccezionali. Entrambi i soggetti hanno in comune l’ostinazione: anche il nerd è ostinato nel coltivare interessi precisi. Entrambi comunque studiano, per la scuola o al di là della scuola.
Entrambi non sono dotati di quella furbizia amata dai politici, entrambi forse non studiano all’università della vita. Il nerd, ripeto, è soprattutto maschio e brutto, nell’immaginario. Il secchione invece può serenamente essere anche una secchiona, anzi lo è forse più spesso, perché il secchione viene visto come non molto intelligente, o non necessariamente, dunque sì, dai, va bene anche per le donne. Anzi meglio. Le donne sono sceme e ostinate. (La base del significato e della comparazione dei significati suggerisce questo, e sì, lo so che oggi «voi donne siete dappertutto», ma comunque la radice, eccetera).
Mi incuriosisce da sempre osservare come le persone che si impegnano nello studio siano denigrate, anche nel linguaggio e nella costruzione delle immagini. A meno che non siano inseribili in uno schema di successo, e a meno che non servano per portare avanti la retorica della meritocrazia. (Il nerd di successo, Bill Gates, magari è detestato anche quando raggiunge il successo, ma lo è per ragioni politiche, per ragioni che non c’entrano con l’essere nerd).
Ci pensavo in questi giorni, mentre leggevo riflessioni sul fenomeno degli italiani analfabeti funzionali, e l’allarmismo, e così via. In fondo, pensiamoci bene, magari la gente è contenta di essere analfabeta, magari la stranezza non è l’analfabetismo, del quale ci preoccupiamo, la stranezza sono queste persone che si ostinano a farsi venire il sedere grosso studiando (avviso ironia).
Mi fanno tenerezza i nerd, mi fanno tenerezza i secchioni. (Come vedete evito accuratamente di dire se sono o sono mai stata nerd o secchiona, l’autobiografia è sopravvalutata, dovete leggermi anche se non vi racconto la mia vita, oppure non leggetemi, amen).
Le “regole”
Quando sono giovani i secchioni e i nerd hanno le loro brave difficoltà, quando invecchiano magari diventano pure di successo (ma non spesso), e a prescindere dal successo mantengono una serie di paure. Ci ho pensato. E allora voglio dire al nerd e al secchione, maschio o femmina che sia, di impegnarsi per l’anno nuovo: segui i miei quattro consigli per superare definitivamente le tue insicurezze.
Primo: lo so che se non hai analizzato tutto fino all’ultimo dettaglio pensi di non saper fare una certa cosa, ma credimi, arrivato a questa età ciò che pensi di non saper fare in realtà forse lo sai fare. L’esperienza si matura anche per osmosi. Prova, sorprenditi.
Secondo: se qualcosa va male, non tuffarti nel pessimismo. Il pessimismo (da non confondere con una corretta valutazione dei rischi) serve in filosofia, deve esserci, ma nella vita non serve a nulla, serve di più far buon viso, pensare, poi muoversi. Terzo: impara a celebrare i successi intermedi, non ripeterti sempre che potrai stappare lo champagne solo in punto di morte. Quarto (enigmatico): non nasconderti, mettiti l’abito dorato.
Ve li lascio qui. Seguitemi per altre ricette.
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