David Sassoli è stato uno straordinario esempio di leggerezza, di nuovo umanesimo.
In queste ore è fortissimo il dolore per la scomparsa di una bella persona, di un serio giornalista, di un alto rappresentante istituzionale, di un testimone di buona politica.
Superato il momento di smarrimento e di preghiera, quanti lo abbiamo conosciuto sentiamo il dovere di contribuire insieme a tanti altri a tenere in vita, ancora con noi, un professionista serio, un politico attento capace di andare oltre la contemplazione dei bisogni per realizzare e dare concretezza al rispetto di ogni persona umana e alla promozione della dimensione comunitaria della vita in alternativa agli egoismi di singoli e anche degli Stati e alla soffocante appartenenza a gruppi chiusi.
Un protagonista
Ricordo, ancora, il rammarico di essere stati costretti ad annullare un nostro incontro pubblico su migrazione e diritti fissato a Como il 10 marzo del 2020 a causa dell’esplosione della pandemia. E proprio in tempi di pandemia David è stato un protagonista del nuovo corso dell’Unione europea, non più presente soltanto nella dimensione monetaria e finanziaria, ma attenta ai diritti di tutti a partire dal diritto alla salute.
Un’azione ispirata ai nostri principi costituzionali e coerente con la “profezia laica” dei padri fondatori del processo di unità europea. Ciò che ha caratterizzato la vita di David Sassoli è stata la sua capacità di riuscire sempre ad essere l’uomo giusto, nel posto giusto, al momento giusto, capace di forte coerenza ai valori e attento a cogliere il segno dei tempi.
Da giornalista come da politico sino al suo essere al vertice della più importante assemblea democratica del nostro Continente, lo stile di David Sassoli era di straordinaria leggerezza che con Italo Calvino è espressione di valori forti in alternativa alla pesantezza di valori deboli e malati.
Pacato nelle forme comunicative ma rigoroso nelle posizioni ha espresso sempre coraggiosamente il suo rispetto per la libertà e la dignità umana, spesso mortificata proprio da taluni degli stessi stati appartenenti all’Unione europea e sempre ma con grande determinazione.
L’attenzione alla libertà d’espressione, al dialogo interreligioso, alla dimensione interculturale, così come il diritto alla vita dei migranti era espressione della sua visione.
Ricordo ancora la convinta presa di posizione a favore della mia proposta di istituire il Recs (Rescue european civil service), di richiamare l’Unione europea di farsi carico del salvataggio in mare di migliaia di migranti, esprimendo apprezzamento per l’azione delle Ong che da Presidente del Parlamento europeo ha ufficialmente accolto e fatto ascoltare dalla massima istituzione da lui rappresentata.
Riusciva ad essere sempre autentico, coerente, sé stesso: dalla partecipazione agli incontri della Rosa Bianca, nata nel ricordo di giovani uccisi dal nazismo a Monaco di Baviera, alla partecipazione ai vertici internazionali di grande responsabilità.
David Sassoli resterà ancora vivo e tra noi se sapremo trarre ispirazione dal suo esempio, dalla sua vita. E questo ciò che è possibile fare per lenire l’incolmabile dolore dei suoi familiari e di quanti lo hanno conosciuto.
© Riproduzione riservata