- La tecnologia digitale è già ampiamente utilizzata in medicina, soprattutto all’interno degli ospedali.
- Ma come abbiamo scoperto negli ultimi mesi, non lo è altrettanto nel mondo della cura ai malati cronici o non autosufficienti.
- Investire nel digitale può essere la soluzione per integrare il mondo delle Rsa e della sanità territoriale con il resto del sistema di cura.
Introdurre in modo comprensibile il tema della trasformazione digitale nei servizi sanitari e sociosanitari non è cosa semplice. Queste tecnologie sono già presenti, con diversa diffusione e maturità, in molteplici servizi sanitari, in particolare negli ospedali. Tuttavia, c’è un mondo da esplorare fuori dall’ospedale, sul territorio. Si tratta dell’assistenza di lungo termine (“long term care” o Ltc) per anziani, persone affette da cronicità o disabilità. Ci siamo accorti in modo drammatico dell’esistenza del mondo Ltc come conseguenza della pandemia di Covid-19 e le notizie del suo impatto sulle Rsa.
Ma il fenomeno Ltc è molto ampio: considerando solo le persone over 65, nel nostro Paese, se ne stimano 2,9 milioni con fabbisogno di Ltc; includendo le famiglie e congiunti di queste persone, possiamo considerare circa un sesto della popolazione italiana coinvolta direttamente o indirettamente in questo tipo di cura.
Di converso, i servizi Ltc realizzano un’offerta molto eterogenea e frastagliata, che si caratterizza come domiciliare e di lungodegenza e che copre soltanto circa il 40 per cento del fabbisogno (ad esempio, i posti letto nelle Rsa sono circa 300mila, cioè circa il 10 per cento del fabbisogno). I nostri servizi Ltc sono frammentati e debolmente collegati: mancano reti stabili su cui far perno per rispondere adeguatamente alle necessità delle persone.
Il Covid-19 non è la causa del malessere del sistema Ltc, è invece l'evento che ha messo in luce un sistema ancora immaturo nella sua governance, che manca di un efficace modello d’integrazione tra i vari servizi sanitari e sociosanitari presenti sul territorio, valorizzandone tutte le competenze e capacità.
Il ruolo dei dati
Perciò, quale trasformazione digitale possiamo immaginare per i servizi Ltc? Al netto delle potenzialità espresse da telemedicina e teleassistenza, di cui molto e opportunamente si sta parlando, la priorità sta, a mio avviso, nell’attivazione di piattaforme digitali di gestione e trattamento dei dati, per disporre di un patrimonio informativo su persone e servizi, per rispondere adeguatamente alla complessità del fabbisogno di Ltc.
Garantire integrità, qualità, autenticità e riservatezza dei dati sono elementi basilari per consentire ai servizi di dialogare proficuamente e cooperare. In primo luogo, le persone potrebbero accedere a servizi di cura e assistenza integrati tra ambito sociale e sanitario, pubblico o privato, in conformità a solidi criteri di certificazione e pubblicazione dei dati.
In questo scenario, gruppi di Rsa potrebbero anche offrire assistenza al domicilio, raccordandosi con enti di volontariato e strutture sanitarie territoriali. Il digitale, quindi, assumerebbe il ruolo di mediatore e raccordo tra servizi diversi, fornendo anche strumenti di analisi e programmazione per gli enti di governo regionale o nazionale.
L’impiego di piattaforme digitali per l’erogazione dei servizi Ltc, renderebbe molto più improbabili balletti sui dati, almeno per alcuni servizi. La conoscenza dei fenomeni attraverso dati ragionevolmente certi, con qualità e provenienza certificate, sarebbe un elemento importante per assumere decisioni informate e tempestive, sia nell’ordinario che quando si fronteggiano criticità imponderabili e drammatiche come la pandemia. L’informazione prodotta dai dati, infatti, non è altro che la riduzione dell’incertezza.
© Riproduzione riservata