- Mario Draghi ha ribadito più volte l’eccezionalità del suo governo e non ha mai dichiarato di voler continuare oltre questo mandato. È comprensibile.
- Se la prossima primavera Draghi uscisse dalle scene, l’Italia tornerebbe a essere vista in Europa, come in passato, paese del terzo mondo.
- Senza contare che l’assenza dell’ex capo della Bce ci lascerebbe in balia delle incertezze sull’arrivo del denaro del Pnrr e su come gestirlo.
Mario Draghi ha ribadito più volte l’eccezionalità del suo governo e non ha mai dichiarato di voler continuare oltre questo mandato. È comprensibile. Non è un politico, non è interessato a diventare leader di un partito. Potrebbe però essere affascinato dall’ambizione di un progetto di rinascita del paese.
Tra meno di un anno, alle prossime elezioni, il nuovo premier avrà davanti a sé problemi complessi da risolvere, a partire dal lavoro, dall’acqua e dal gas, per non parlare del rilancio dell’economia.
Sarà necessario farsi trovare preparati con una seria visione del futuro o sarà un disastro. Ci vorrebbe un grande movimento di centro che collabori con la sinistra, con l’entusiasmo di lavorare insieme per rilanciare l’Italia.
L’alternativa sarebbe la vittoria della vecchia destra di Giorgia Meloni, con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini a sostenere l’area putiniana: la fine dell’estate dell’UE. Un massacro.
Se la prossima primavera Draghi uscisse dalle scene, l’Italia tornerebbe a essere vista in Europa, come in passato, paese del terzo mondo. Senza contare che l’assenza dell’ex capo della Bce ci lascerebbe in balia delle incertezze sull’arrivo del denaro del Pnrr e su come gestirlo.
Al momento la Lega si ritrova in conflitto tra il segretario Matteo Salvini e il suo ministro Giancarlo Giorgetti, Forza Italia tra Silvio Berlusconi e Mara Carfagna, e i Cinque stelle sono già diventati due partiti. Giocano tutti con il fuoco.
Giuseppe Conte, arrivato a capo del Movimento, invece di ricostruirlo, ha iniziato a litigare con chiunque e alla fine questo è quello che ha raccolto, la disgregazione.
Salvini sembrava il salvatore della patria e in un batter d’ali ha dimostrato di non avere uno straccio di idee. Berlusconi ha 85 anni, forse può bastare così. Si goda la pensione.
Giorgia Meloni fa leva sullo stare all’opposizione: all’inizio raccogli consensi perché dai sfogo alle frustrazioni, ma se non costruisci, prima o poi, la gente se ne accorge e ti abbandona.
Enrico Letta ha fatto un buon lavoro finora ma adesso non deve perdere tempo con le alleanze tra i vari partitini.
Tanto nessuno ha una visione concreta, meglio che si occupi di trasmettere con forza le sue idee, in modo che gli italiani possano ritrovare un po’ di fiducia.
Sappiamo bene che non sarà facile progettare il nuovo Rinascimento di un’Italia al centro dell’Europa, ma rimane l’unica speranza.
Forse Mario Draghi, dopo tanti successi internazionali, in questa sua seconda fase della vita, sarà sedotto dalla prospettiva di rilanciare il proprio paese.
Potrebbe essere la sua impresa più grande. Coraggio e forza non gli sono mai mancati, speriamo nemmeno questa volta.
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