L’Ucraina ha dovuto subire tre anni di invasione russa con bombardamenti, distruzioni, esodo. Ora deve fronteggiare l’assalto degli Usa di Trump che riducono e minacciano di togliere l’aiuto militare per costringerla ad accettare trattative in condizioni forzate di debolezza.

Di più, gli Usa vogliono essere pagati in materie minerali pregiate. E l’Ucraina dovrebbe pure ringraziare per essere costretta ad accettare che la violazione del diritto internazionale sia ratificata a vantaggio della Russia.

L’Europa deve assistere esterrefatta a una congiuntura imprevista: il suo alleato e protettore strategico annuncia la fine del sostegno militare e lascia sguarnita la frontiera europea. Non solo: prospetta la possibilità di una nuova epoca di fruttuose relazioni economiche tra Usa e Russia.

I sostenitori della Pace a tutti i costi, che hanno sempre sostenuto «niente armi all’Ucraina», avranno forse un certo ritegno a riconoscere in Trump il soggetto che applica la loro linea, tuttavia sono pronti a salutare nella mortificazione del paese invaso la via che fa cessare la guerra. Ma ancora non è detto: Putin si accontenterà o pretenderà altri cedimenti? Chi può dirlo?

Ma prima ancora di rispondere, il nostro problema è: che farà l’Europa? I cittadini europei riterranno di poter fare a meno di una propria difesa? L’articolo 52 della Costituzione italiana ha certo equivalenti nelle altre Costituzioni europee. Si può, con l’articolo 11, ripudiare la guerra «come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali» (l’avesse fatto Putin!) ma la guerra di autodifesa è irrinunciabile. Per il singolo paese, per l’intera Europa.

I cittadini europei sembrano orientati in gran parte a pensare che una compatta neutralità continentale possa essere la soluzione più efficace e al tempo stesso la meno costosa per garantire la loro tranquillità. Tra il capitalismo ormai postdemocratico degli Usa e quello senza democrazia della Russia, il capitalismo democratico europeo non potrebbe sopravvivere come una gigantesca Svizzera continentale? Così sembrano sperare.

Tutto si può immaginare ma la neutralità sarà protetta dalla sua mancanza di difesa? Senza necessariamente essere d’accordo con la soluzione individuata dalla Commissione von der Leyen (il rafforzamento dei singoli eserciti) è essenziale partecipare in piazza a Roma il 15 marzo alla manifestazione proposta da Michele Serra e accolta da una pluralità di associazioni, comitati e partiti. L’Europa, d’ora in poi priva di protezione, vorrà decidere di darsi una volontà comune, di dotarsi di un comune mezzo di difesa? Possiamo aiutarla a non sfuggire alle sue responsabilità?

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