L’artista napoletano ha scalato la classifica non appena si è aperto il televoto: merito del suo radicamento territoriale o del fatto che è amato dai giovani, senza distinzioni territoriali? Ma il meccanismo delle diverse giurie, quest’anno, si presta ad altri colpi di scena. Fino all’ultimo
Il nuoto è uno sport completo, nessun sindaco a Roma potrà risolvere i problemi della città e la classifica a Sanremo scontenterà sempre qualcuno che la riterrà ingiusta. Sono tutte frasi fatte che contengono delle verità e che continuano a tornare come ritornelli, ogni volta che ce n’è l’occasione. Questa volta, parlando di Sanremo, è il fatto che Geolier è scattato in prima posizione mercoledì, non appena si è aperto il televoto, e ha superato Loredana Bertè.
C’è ancora tempo perché questo verdetto possa essere ribaltato, ma già i commenti sono pregni di questo senso più o meno velato di ingiustizia. È tipico della storia del festival e poggia le basi su scandali veri o presunti del passato. Il più famoso è quello di Elio e le Storie Tese, arrivati ufficialmente secondi nel 1996, preceduti da Ron e Tosca. Loro sostengono per via di un rimescolamento della classifica.
Il pubblico di giovani
Nel caso di Geolier c’è pure il fatto che è un artista napoletano che canta in napoletano, creando così una barriera che rende ancora più difficile comprendere il fenomeno e spiegarlo. Il suo successo al televoto deriva dal radicamento territoriale? O al contrario ormai ha una base di fan solida in tutta Italia e immaginarlo come un fenomeno locale è l’errore più grande?
Amadeus è convinto che il punto sia un altro e lo ha detto ieri in conferenza stampa: «Il pubblico ringiovanisce e sarebbe ingiusto dire che questo non stia cambiando la storia del festival». L’anno scorso l’esempio più calzante era quello di Lazza, arrivato secondo proprio grazie al televoto.
Poteri diversi
I giovani seguono il festival e sono abituati a televotare molto più dei loro genitori e nonni. Lo fanno seguendo i loro gusti ovviamente, ma anche parteggiando per i vari artisti in gara come si tifa per una squadra (o il concorrente di un reality). Questo spiega il successo di Geolier, ma anche di tutti gli artisti che escono dalla scuderia di Amici (come Irama, Angelina Mango – prima giovedì – o Annalisa). Spiega anche come ci possano essere delle storture, come è accaduto con Fedez spinto da Chiara Ferragni.
Se ci pensiamo è uno scontro fra poteri diversi. La giuria della sala stampa è composta da 266 individui. La giuria delle radio da 184. Il televoto risente di varie influenze. Alla fine vincerà la canzone più bella? La risposta rimarrà sempre soggettiva, ed è il bello (o il brutto) del festival di Sanremo.
Cosa può cambiare ancora
Nel tempo si sono provate varie formule diverse, dalle schedine di Enalotto o Totip, alle giurie di qualità, a quelle demoscopiche o dei critici. Quest’anno Amadeus ha immaginato una formula mista, in cui il televoto ha un ruolo importante ma viene mitigato dalle altre due giurie: quella composta dai rappresentanti delle emittenti radiofoniche e quella della sala stampa (carta, tv e web).
La differenza fra la prima e la seconda serata si è già vista, ma va tenuto conto che il venerdì (serata dei duetti) il pubblico conterà solo il 34 per cento, e le altre due giurie insieme il 66. Nell’ultima serata c’è una classifica generale, che tiene conto della media delle serate precedenti e della finale (dove il televoto conta il 100 per cento). Ma poi – una volta individuata la “top five” – si riparte da zero, ogni voto precedente viene eliminato.
A quel punto, il televoto torna minoritario (34 per cento), rispetto alla somma fra radio (33 per cento) e televisione (33 per cento). Il tentativo è di creare il contesto per possibili sorprese.
© Riproduzione riservata