- Facendo parte dell’Unione europea, quello che avviene in Italia o in qualsiasi altro paese dell’Unione è di interesse specifico per tutti gli altri paesi e, quindi, è improprio parlare di ingerenza illecita.
- Questa idea che ci sia ingerenza illecita nei confronti di altri paesi se si danno giudizi sulla loro politica è in totale contraddizione che i processi di integrazione internazionale che legano indissolubilmente i diversi paesi tra di loro.
- Dovremmo stare zitti per timore di fare ingerenze illecite? Fare gli interessi nazionali implica proprio avere la capacità di fare ingerenza sulle politiche degli altri paesi.
È ingerenza illecita quella della ministra francese Laurence Boone (Affari europei) quando ha detto «vigileremo sul rispetto dei diritti e delle libertà in Italia» con riferimento al presumibile prossimo governo di Giorgia Meloni?
Illecita no, forse inopportuna secondo il galateo non scritto dei rapporti tra governi alleati e bene ha fatto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a rispondere che «l’Italia sa badare a sé stessa», anche se il nostro passato non è poi così scevro di rischi e nessun paese è al sicuro da derive antidemocratiche e illiberali.
In realtà, facendo parte dell’Unione europea, quello che avviene in Italia o in qualsiasi altro paese dell’Unione è di interesse specifico per tutti gli altri paesi e, quindi, è improprio parlare di ingerenza illecita se un politico di un paese esprime giudizi o ammonimenti sulla politica e sui politici di un altro paese.
L’unione europea non è soltanto un accordo di libero scambio. Abbiamo l’obiettivo di creare un’unione sempre più stretta e per questo abbiamo valori e comportanti dai quali non si può deviare. Ne è una prova esplicita il processo intentato dal parlamento europeo all’Ungheria di Viktor Orbán che, appunto, ha deviato dalla tutela di diritti e delle libertà garantite in Europa. E qualcosa di analogo avviene nei confronti della Polonia.
Dare prova di democrazia
Non a caso si tratta di due paesi dove prevale una politica sovranista di destra (in Ungheria si parla espressamente di democrazia illiberale), ossia quella politica a cui fa riferimento il partito Fratelli d’Italia e a cui la sua leader Giorgia Meloni si è sempre richiamata. In queste condizioni, il sospetto e il timore da parte nostra e da parte di tutti gli altri paesi europei è più che lecito e sta al futuro governo (se verrà formato) il compito di smentirlo, senza false indignazioni, perché in democrazia bisogna ogni giorno dar prova di rispetto delle regole e dei diritti delle persone.
Ma poi, questa idea che ci sia ingerenza illecita nei confronti di altri paesi se si danno giudizi sulla loro politica è in totale contraddizione che i processi di integrazione internazionale che legano indissolubilmente i diversi paesi tra di loro, al punto che ciò che avviene in ciascuno di essi ha ripercussioni su tutti gli altri.
Mal comune
Ne abbiamo avuto la prova con la presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti che ha cambiato in peggio molte delle condizioni di vita in tutti i paesi del mondo ed ora con la guerra scatenata da Vladimir Putin contro l’Ucraina che ci sta coinvolgendo tutti al punto da generare una nuova recessione mondiale.
Dovremmo stare zitti per timore di fare ingerenze illecite? In queste condizioni, fare gli interessi nazionali, che è un’espressione cara ai sovranisti, implica proprio avere la capacità di fare ingerenza sulle politiche degli altri paesi, affinché il quadro di riferimento in cui operiamo sia il meno perturbato possibile. Ben vengano allora anche le inopportune dichiarazioni di Laurence Boone sui rischi a cui potremmo andare incontro.
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