- Questa settimana si è celebrata l’importantissima “giornata nazionale del gatto”, ricorrenza necessaria, dopo la “giornata nazionale delle zanzare” e la festa mondiale in celebrazione del dromedario.
- Tale festività, dedicata prevalentemente ai segni dei graffi sulle mani deve portarci a riflettere su quello che è ormai un dato di fatto incontrovertibile: i gatti hanno conquistato il mondo, attraverso il web. Come gli influencer.
- Un felino persiano potrebbe spostare l’opinione pubblica su legalizzazione della cannabis, Ddl Zan e eutanasia più di quanto faccia Chiara Ferragni, se volesse.
Questa settimana si è celebrata l’importantissima “giornata nazionale del gatto”, ricorrenza necessaria, dopo la “giornata nazionale delle zanzare” e la festa mondiale in celebrazione del dromedario.
Tale festività, dedicata prevalentemente ai segni dei graffi sulle mani deve portarci a riflettere su quello che è ormai un dato di fatto incontrovertibile: i gatti hanno conquistato il mondo, attraverso il web. Come gli influencer.
Sono queste due categorie, infatti, che dominano il mondo dei social, che ottengono le maggiori visualizzazioni, commenti, apprezzamenti, like e che, diciamocelo, un felino persiano potrebbe spostare l’opinione pubblica su legalizzazione della cannabis, ddl Zan e eutanasia più di quanto faccia Chiara Ferragni, se volesse.
A pensarci bene i gatti hanno molti tratti in comune con gli influencer:
Sono Vanitosi
Tra le caratteristiche biologiche necessarie alla sopravvivenza nella vita vera la vanità non è inclusa tra quelle maggiormente utili.
Diventa però necessaria nella giungla del web dove non vince il più forte ma decisamente il più vanitoso.
In questo gatti ed influencer si assomigliano, entrambi non ti cagano finché non gli dici “facciamo una foto?”.
A quel punto riesco ad assumere pose plastiche che neanche le statue di Michelangelo per far immortalare il loro fantastico musino in tutta la sua bellezza e pubblicare un’immagine degna dei loro proseliti.
Il minuto dopo lo scatto tornano ad ignorarti.
Sono egoriferiti
Il gatto ti cerca solo quando vuole qualcosa da te. Che siano croccantini, coccole, giochi o attenzioni. Stessa cosa per gli influencer, tu li segui, li ami, li veneri, ma loro giustamente aprono le porte della loro vita solo ed esclusivamente a ciò che conviene loro mostrare, quando vogliono loro e come dicono loro. In vista di un loro ritorno, spesso economico.
In questo il gatto ha fornito agli influencer la più grande lezione di sempre: chi pensa per se campa cent’anni. Anzi, vive sette vite.
Sono fotogenici
E’ vero, i cani sono dolci, i topini che mangiano sono teneri, i pinguini sono buffi ma niente batte la bellezza fotogenica dei gatti.
Anche gatti che sembrano del tutto anonimi dal vivo nelle foto appaiono come Naomi Campbell sulla copertina di Style del 1997: esotici, maestosi, sinuosi. E ti chiedi come sia possibile questa magia.
Come quando vedi la foto di un influencer che indossa un capo del tutto anonimo, che addosso a lui/lei sembra un’opera del Met Gala.
Allora clicchi sul link, decidi che quella meraviglia valga il tuo stipendio mensile, lo acquisti, e quando ti arriva a casa e lo indossi tu più che un capo d’alta moda sembra un capo d’alta sòla.
Sanno Manipolarti
Un gatto, con un mezzo sguardo pietoso buttato lì dopo aver distrutto l’antico vaso in porcellana cinese di tua nonna solo per fare un balzo di colpo a caso, potrebbe convincerti che lui non c’entra niente, e la colpa è solo tua che lo hai spaventato e lui, nel tentativo di scappare ha involontariamente urtato il tuo inutile monile.
Esattamente allo stesso modo degli influencer che ti vendono campagne bio eco sostenibili in un post, convincendoti della propria affezione alla causa ambientalista, e in quella dopo stanno pubblicizzando un sito di abbigliamento di fast fashion che prodotti abiti in plastica, imballati nella plastica, fatti da bambini di plastica, sfruttati in fabbriche in plastica che bruciano plastica e te la recapitano comodamente a casa con un volo aereo di 36 ore.
Sono adorabili
Nonostante i gatti siano brutte persone, di fatto, non si può non amarli.
Io ci provo sempre, costantemente. Cerco di ricordarmi che, se potesse, il gatto di casa mi caverebbe gli occhi per il semplice gusto di vedermi girare disperata per il salotto senza bulbi oculari, tengo a mente che anche quando sembrano tranquilli potrebbero aggredirti da un momento all’altro e che se gli va spariscono per intere settimane e si ripresentano solo guidati dall’opportunismo, eppure, nonostante questo, non posso fare a meno di dare loro il mio amore, la mia venerazione, la mia totale incondizionata fiducia, con la sottostante convinzione che siano di fatto una specie superiore a cui spetta per diritto di nascita il dominio sugli altri.
Esattamente quello che succede con gli influencer: so che è spesso costruzione, a volte finzione, so che c’è un tornaconto, una manipolazione del reale, so tutto.
Eppure li guardo, li seguo, li ammiro, compro quello che mi suggeriscono e mi faccio condizionare dalle loro idee.
D’altra parte chiunque riesca a vivere sul web h24, tra commenti di no-vax, commenti di maniaci, commenti di indignati per qualunque cosa, richieste continue e dovendo commentare qualunque cosa accada anche se non se ne ha la minima competenza, ecco chiunque riesca a fare questo sì, secondo me appartiene ad una specie superiore e sì, ha sempre e comunque tutta la mia stima.
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