- Le vostre candidature, Bonaccini, Schlein, De Micheli e Cuperlo, possono diventare una ricchezza.
- Lo saranno certamente se sarete in grado di tratteggiare con chiarezza il senso, gli obiettivi e le priorità del vostro lavoro, perché la fase storica che stiamo attraversando impone già adesso una svolta, che permetta finalmente di tornare a votare per un progetto, per una visione, e non solo per l’interprete di tutto ciò.
- Vogliamo capire meglio chi intendete rappresentare e come, sapere a chi è rivolta l’attenzione del Partito democratico, quali valori non verranno mai dimenticati o traditi.
Dalla parte di chi? E’ questa la domanda che al tempo delle guerre, della crisi ambientale, delle diseguaglianze economiche e sociali, ci interroga tutti. E la politica in primis è chiamata a dare risposte.
Per questo motivo è giusto aprire pubblicamente una interlocuzione con le candidate e i candidati alle primarie del Partito democratico anche se, da più parti, mi è stata suggerita cautela.
Un suggerimento anche comprensibile, ma credo sbagliato e anacronistico per chi, come noi dell’Arci, ha deciso con il congresso di dicembre di mantenere un confronto con la politica a viso aperto, partendo dal presupposto irrinunciabile che tra le cause dei disastri di oggi ci sia anche la crisi decennale che la attraversa. E che a noi interessa.
Una crisi che è soprattutto della democrazia per come l’abbiamo conosciuta (si guardi ai fatti di Brasilia solo come l’ultimo campanello d’allarme), svuotata di partecipazione e interesse verso la cosa pubblica, con intere fasce di popolazione ai margini e disincantate che determinano un sempre più crescente astensionismo e una minor partecipazione al dibattito pubblico.
Non è però rintanandosi nel tepore delle proprie convinzioni che si può modificare lo status quo, ma piuttosto portando avanti con coerenza e determinazione le tante battaglie di chi chiede più diritti, più tutele, più giustizia sociale. Più sinistra insomma che, si capisce, è l’oggetto di cui intendiamo discutere.
Vogliamo far sentire la nostra voce, discutere e confrontarci, anche aspramente se serve, allargando l’orizzonte di ciascuno.
Sappiamo di rappresentare istanze che hanno a che fare con la politica, con i desiderata delle nostre socie e dei nostri soci, dei territori e delle comunità che li animano. Istanze che attraversano tanto il Partito Democratico quanto altre forze progressiste e della sinistra.
Il Manifesto dei valori Italia 2030 approvato dal Pd parla di sviluppo e di sostenibilità economica, sociale e ambientale, di lotta contro tutte le disuguaglianze, di parità di genere e diritti Lgbtq. Di difesa della Costituzione e di rafforzamento della democrazia. Della centralità dell'ambiente, dell’istruzione, della sanità, del welfare e del lavoro dignitoso.
Temi e battaglie care all’Arci, che non basta scrivere o annunciare, ma praticare con coerenza, andando in profondità, senza cadere negli errori del passato o nelle distrazioni del ‘ma anche’.
Per questo le vostre candidature, Bonaccini, Schlein, De Micheli e Cuperlo, possono diventare una ricchezza.
Lo saranno certamente se sarete in grado di tratteggiare con chiarezza il senso, gli obiettivi e le priorità del vostro lavoro, perché la fase storica che stiamo attraversando impone già adesso una svolta, che permetta finalmente di tornare a votare per un progetto, per una visione, e non solo per l’interprete di tutto ciò.
Chi rappresenta il Pd?
Vogliamo capire meglio chi intendete rappresentare e come, sapere a chi è rivolta l’attenzione del Partito democratico, quali valori non verranno mai dimenticati o traditi.
Questo non significa perdere la capacità di mediazione, senza la quale non esiterebbe la politica, ma essere coerenti con quanto si afferma, consapevoli che i valori e le speranze degli uomini e delle donne non si possono barattare per nessun allargamento di maggioranza.
Crediamo però che la strada per la ricostruzione della sinistra debba passare anche attraverso un ritrovato lavoro di cura e di prossimità, che contrasti la solitudine delle persone e delle comunità.
Noi ci dedicheremo a questo nei prossimi mesi e anni, con le nostre forze e con più convinzione di prima, per non lasciare nessuno indietro e solo.
Un lavoro possibile con una presenza ancora più capillare nei territori, individuando sempre più spazi e luoghi di socialità dove ritrovarsi.
La solitudine ha generato paure che, inutile sottolinearlo, hanno preso il sopravvento in questa vecchia Europa e ancora di più nel nostro paese.
Le scelte del passato, la precarietà diffusa che domina ogni istante delle nostre vite, l’assenza di una alternativa al sistema economico sociale attuale, hanno vinto in questi ultimi due decenni generando e utilizzando proprio queste paure.
E’ da qui che nascono intolleranza, odio, razzismo, di cui si sono alimentate le destre. Ricostruire la sinistra contrastando tutto questo è per noi il miglior programma possibile di questi tempi.
© Riproduzione riservata